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Turismo, resiste la voglia di Sibillini: conferme dagli stranieri, crescono gli italiani

BILANCIO - Stagione del post terremoto al di sopra di ogni aspettativa per Ombretta Massitti, presidente dell'associazione turistica Sibillini Segreti e Sapori. Ieri boom di presenze nell'entroterra per il Ferragosto

 

di Andrea Braconi

Da circa un anno Ombretta Massitti è presidente dell’associazione turistica Sibillini Segreti e Sapori, che vede al suo interno 20 strutture ricettive dell’area interna. Una figura importante, quindi, per tracciare un bilancio parziale della prima stagione estiva dopo il terremoto. Stagione che la Massitti non esita a definire “al di sopra di ogni aspettativa”.

“Non abbiamo mai mollato – rimarca – anche grazie all’aiuto di tanti che hanno mostrato come queste aree fossero ancora vive nonostante le profonde ferite”.

E attraversare ieri la zona dei Sibillini ha significato anche toccare con mano la voglia di montagna di migliaia di persone, marchigiani e non: agriturismi, ristoranti e rifugi pieni ovunque, dal Lago di San Ruffino a Campolungo di Amandola, da Foce di Montemonaco al Santuario dell’Ambro.

“Nonostante il santuario sia chiuso – conferma Gloria Bocci, titolare del ristorante antistante (che non fa parte dell’associazione ma che da sempre rappresenta un punto di riferimento per la città di Montefortino, ndr) – la gente continua a frequentare in modo assiduo questo luogo, sia per il suo fascino sia per la bellezza di un paesaggio incontaminato. Stiamo lavorando veramente tanto e non possiamo che esserne felici, ma serve da parte di tutti continuare ad insistere, progettando insieme il futuro di queste zone”.

Indipendentemente dal Ferragosto, quindi, da sempre giornata record per l’afflusso verso la montagna, le presenze secondo la presidente Massitti dimostrano che i danni del sisma, dove possibile, sono stati contenuti.

“Per quanto riguarda la ristorazione gli associati mi dicono che non c’è stato nessun calo, con una situazione identica rispetto allo scorso anno. Per i pernotti solo tre strutture, tra cui la mia, hanno subito danni gravi a causa del terremoto, ma tutte hanno una parte di azienda che è stata portata avanti. Quindi, nella media complessiva il calo delle presenze è solo legato a queste tre strutture. Gli altri 17 hanno presenze uguali se non addirittura superiori, alcuni sono addirittura andati in overbooking e hanno perciò spalmato le richieste tra tutti gli altri. Abbiamo fatto rete cercando di non mandare via nessuno, soprattutto i clienti degli anni passati. Per l’area il reddito è rimasto uguale.”

Quindi, possiamo dire che nonostante le enormi difficoltà di questi mesi è passato il messaggio che i Sibillini siano ancora vivi ed ospitali?

“Gli stranieri hanno continuato a prenotare anche durante il terremoto. Per quanto mi riguarda, avevo delle prenotazioni da parte di olandesi che non sono state disdette. Il mercato estero ha continuato a viaggiare altissimo, mentre qualche disdetta è arrivata dagli italiani, compensata però da quelli che sono venuti per aiutare la ripresa dei nostri territori. Il terremoto ha tolto, sì, ma anche dato una nuova linfa alle aziende. Ripeto: il decremento, che potrei quantificare intorno al 20%, è legato soltanto alle strutture danneggiate.”

Quanto è importante il fare rete?

“Per due motivi: chi è venuto da te ha fiducia e se gli dici ti mando da un’altra parte con persone brave e strutture perfette ci crede; secondo, perché riesci a veicolarli su strutture che conosci e che ti fanno fare una bella figura. È la fiducia nei confronti dell’operatore che migliora i rapporti e favorisce i flussi turistici.”

Che previsioni ci sono per settembre?

“Alcune strutture hanno prenotazioni fino a metà settembre già da adesso. Sarà un buon mese e consideriamo che normalmente in montagna anche ottobre funziona con gli escursionisti. Noto con stupore che forse questi Sibillini erano molto più conosciuti all’estero che in Italia, con il terremoto sono entrati anche nelle case degli italiani. Avevamo uno zoccolo duro con i turisti olandesi, belgi e, intorno ad Amandola, anche molti che vengono da Israele, considerato che in diversi hanno acquistato casa in quell’area. Ma questa cosa che i Sibillini inizino a risuonare come qualcosa di familiare anche per gli italiani mi rende veramente felice. La comunicazione sembra aver funzionato soprattutto con i nostri connazionali.”


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