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L’appello del presidente della Carifermo Spa ad un anno dal sisma:”Servono segnali concreti”

FERMO - L'intervento di Amedeo Grilli: "Questo è un momento delicato ed importantissimo in cui ogni giorno perduto rischia di tradursi in ulteriori danni irreversibili ad un’area gravemente colpita"

 

di Amedeo Grilli, Presidente Carifermo Spa

E’ trascorso un anno dal 24 agosto 2016, ancora significativi segni di ricostruzione non si registrano. La nostra banca opera in un contesto ben definito e tocca con mano ogni giorno gli effetti del sisma 2016. Le 4 province su 5 della Regione Marche, che hanno riportato maggiori danni dal terremoto, sono quelle dove prevalentemente opera la Cassa di Risparmio e costituiscono la nostra area di riferimento.

Nelle Marche risiede il 60% della popolazione dell’intero cratere che è il 22,7% di quella regionale. Nei comuni marchigiani del cratere erano presenti 190.000 abitazioni (¼ di quelle regionali). Nell’area del cratere Marche nel 2014 erano attive 30.000 unità produttive locali (1/5 dell’intera regione). Il comparto turismo rivestiva un ruolo importante soprattutto nei luoghi prossimi agli epicentri. Il turismo vive anche del ruolo insostituibile dei beni culturali.

Erano 1.200 gli esercizi ricettivi, nell’area del cratere pari al 21 % della regione. Nel 2015 sono state ospitate 265.000 persone nel settore turistico (11% dell’intera regione). Più di 1/3 delle aziende agricole marchigiane nel 2010 era nell’area del cratere. Nonostante la vocazione turistica agricola (40% della superficie agricola delle Marche ricade nel cratere) la quota degli addetti occupata nell’industria è più elevata della media regionale ed è più del 37 %.E’ un’area importantissima della nostra Regione, essa svolge una funzione strategica e fondamentale.

La nostra banca, che non ha perduto la sua vocazione locale, vuole continuare ad assistere questa area e dare segnali concreti di intervento. In aggiunta a quello che, insieme a tutto il sistema bancario, si sta facendo per favorire la operatività corrente, abbiamo deciso di dare un segno forte, visibile, riconoscibile per dare speranza, per sostenere la fiducia di chi vuole restare.

L’iter per il recupero della chiesa dell’Ambro, che è stato avviato nel luglio di quest’anno, comincia a dare i suoi frutti. Grande è stato l’interesse per l’iniziativa .

Nel corso del prossimo anno vorremmo riaprire la chiesa, oggi totalmente inagibile, restituendo la sua capacità di attrazione con il suo splendore anche decorativo.Questo non basta, colgo l’occasione per lanciare un appello: non dimentichiamo la parte montana delle nostre valli! Ognuno può dare qualcosa, guardiamo l’area dei Sibillini: non può essere abbandonata ed in essa può investirsi utilmente. Se alla fine di questo nostro oneroso impegno, riusciremo non solo a riaprire la chiesa ma anche ad innescare ulteriori interessi, altri investimenti in attività produttive, in recupero di altri beni culturali o infrastrutture potremmo dirci pienamente soddisfatti.

E’ questa l’occasione per fare qualcosa proprio per le infrastrutture: si pensi alla urgenza dell’intervento sulla Faleriense da Servigliano ad Amandola, oggi tornata di competenza dell’ANAS.

Non chiediamo superstrade a 4 corsie; sarebbe sufficiente la rettifica di qualche curva che andrebbe nella direzione di favorire gli investimenti nelle aree rese meno appetibili dal sisma, ma che hanno grandi potenzialità; si faciliterebbero, nel transitorio, anche i ripetuti spostamenti di chi oggi non può più risiedere nelle aree danneggiate ed è costretto ad una forzata lontananza e deve affrontare un penalizzante pendolarismo.

Capisco che è difficile, è già passato un anno, oggi servono segnali concreti.

Una proposta per accelerare i tempi: concedere il credito d’imposta per erogazioni liberali nel settore dei beni culturali o in quello delle infrastrutture consentendo l’intervento diretto dei privati , anche se in un’area circoscritta e per un tempo definito, oppure ammettere la detraibilità dalle imposte di quota parte delle somme investite nell’area delle province che hanno comuni nel cratere per interventi diretti di privati in beni culturali di interesse pubblico .

Questo è un momento delicato ed importantissimo in cui ogni giorno perduto rischia di tradursi in ulteriori danni irreversibili ad un’area gravemente colpita.

E’ un territorio che vuole e deve continuare a vivere, noi ci crediamo e siamo sicuri che anche questa volta si riuscirà a superare questa difficile prova.


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