di Silvia Remoli
Il filosofo Feuerbach più di duecento anni fa diceva : “Noi siamo quello che
L’allevatore fermano Andrea Marcaccio dell’Azienda Agricola Cocò
mangiamo”, ma il suo brocardo sembra essere sempre più attuale.
Lo scandalo delle uova belga-olandesi contenenti pesticidi ha raggiunto purtroppo anche il nostro territorio: infatti, all’esito di accurate analisi di laboratorio, sia nel maceratese che nell’anconetano, sono state rilevate sostanze chimiche tossiche all’interno di uova.
Pertanto, sia al fine di evitare disinformazione ed allarmismi inutili, che per dare ai lettori lo strumento giusto per cautelarsi da eventuali intossicazioni da cibo, abbiamo ritenuto più corretto lasciare la parola ad un esperto del settore, capace di spiegare la situazione e di dispensare consigli fondamentali per la nostra salute.
Andrea Marcaccio, titolare dell’Azienda Agricola Cocò di Fermo, allevatore di galline ovaiole, ha risposto esaurientemente ad ogni nostro interrogativo.
Come possono essere giunte sino a noi uova contenenti i principi attivi dei pesticidi?
Paradossalmente ci sentiamo più al sicuro ad avere uova provenienti da grandi catene perché li riteniamo più controllate, ma purtroppo la realtà è den diversa: per giustificare una produzione massiva e abbattere i costi , come è logico, si rinuncia alla qualità dell’allevamento degli animali e di conseguenza si perde l’accuratezza nella loro alimentazione
L’allevatore Andrea Marcaccio
Dove sono ora le uova contaminate che non sono state ancora sequestrate?
Le uova vengono utilizzate per migliaia di preparati alimentari, dalla pasta ai prodotti da forno, quindi si presume che una cospicua quantità di uova tossiche sia già stata utilizzata come ingrediente alla base di diversi elaborati poi messi in commercio.
Mentre le forze dell’ordine e gli organi competenti stanno arrestando il viaggio di tali prodotti oggetto dello scandalo, noi cosa possiamo fare per tutelarci?
Innanzitutto dobbiamo imparare a leggere bene le etichette (vedi la foto) . La scritta “distribuite” o “confezionate” in Italia non significa che le uova siano anche state prodotte nel nostro paese, ma che possano esservi giunte da altri stati e che qui in Italia siano solo state imballate o smistate dalle varie catene di vendita. Le uova inoltre si dividono in fresche ed extra-fresche (che cioè vengono distribuite entro il nono giorno dalla sua deposizione): queste ultime di sicuro hanno effettuato viaggi meno lunghi e pertanto destano già minori sospetti sul numero di passaggi di consegne subìti.
Di chi allora possiamo fidarci per mettere in tavola un prodotto sano al 100%?
Etichetta di una scatola di uova
Indubbiamente la scelta, ora più di prima, deve ricadere sulle filiere corte, se non cortissime, cioè dal produttore al consumatore. Allevamenti locali e a conduzione familiare come il nostro, che hanno addirittura il centro di imballaggio all’interno dell’azienda, seguono la “vita dell’uovo” fin da prima della sua nascita, cioè avendo la massima cura della sua genitrice, la gallina. Se quest’ultima cresce in modo sano, cioè viene alimentata con le sementi presenti in natura (non con mangimi polverizzati ed intrisi di sostanze chimiche!) nelle quali sono ben riconoscibili ad occhio nudo ad esempio il granoturco e la crusca, e se viene allevata all’aperto, la piena naturalezza del suo prodotto, cioè dell’uovo, è certa. Oltre al controllo dell’ambiente salubre, un’ulteriore garanzia di qualità è il timbro a mano su ogni singolo uovo nel momento precedente l’imballaggio (e non a getto di inchiostro su nastri trasportatori che veicolano migliaia di uova al minuto!). Una azienda agricola seria è in grado di dimostrare il suo modo di lavorare rendendosi trasparente al pubblico il quale, se interessato, può sempre richiedere di vedere come viene realizzato l’uovo che poi arriverà sulla sua tavola.
Quindi se è di qualità, cioè proveniente da una azienda seria e trasparente, l’uovo resta alimento fondamentale per la crescita completa dei bambini e per la salute degli adulti e non possiamo privarcene, giusto?
Sì, senza ombra di dubbio. I recenti studi in campo alimentare e gli ultimi orientamenti di accreditati dietologi, hanno dimostrato che, se l’uovo è sano, in quanto rispecchia i canoni che abbiamo appena descritto, la quantità giornaliera consentita può tranquillamente arrivare fino alle due unità. L’uovo ha indiscussi valori nutrizionali: è un ottima fonte di proteine, ha proprietà antiossidanti e contiene vitamine del bruppo B che rafforzano il sistema immunitario ed ha benefiche ripercussioni sulle funzionalità metaboliche.
Quindi, se si ha la certezza della sua provenienza e se ci si può sincerare della salubrità dell’ambiente in cui è prodotto, anche un uovo al giorno (non solo una mela!) può togliere il medico di torno….
Come leggere l’etichetta delle uova
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