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Farmacia di Monteleone di Fermo, la denuncia della Marcozzi: “A sette mesi dal decreto, nessuna notizia del concorso”

MONTELEONE DI FERMO - Il capogruppo FI in Consiglio regionale, Jessica Marcozzi: "Non si hanno notizie di alcuna procedura concorsuale al termine della quale la farmacia potrebbe tornare a riaprire le serrande. Tutto ciò è inammissibile"

“Non ci siamo. Sono passati circa 32 mesi e la farmacia rurale di Monteleone di Fermo è ancora al palo. Il 15 febbraio scorso, oltretutto, è stato pubblicato il decreto del Direttore dell’Agenzia regionale Sanitaria, il 10/ARS, che ha come oggetto il concorso pubblico per titoli ed esami per il conferimento di due sedi farmaceutiche vacanti disponibili per il privato esercizio nei Comuni di Montemonaco e, appunto, Monteleone di Fermo. Ma da quella data non si hanno notizie di alcuna procedura concorsuale al termine della quale la farmacia potrebbe tornare a riaprire le serrande. Tutto ciò è inammissibile”. Inizia così la denuncia della consigliera regionale Jessica Marcozzi, capogruppo di Forza Italia, su una vicenda che sembrava avesse ormai avuto un lieto fine. E invece ancora silenzio.

“La farmacia rurale di Monteleone di Fermo, infatti, è chiusa ormai da 32 mesi – scrive la Marcozzi –  la sua chiusura sta creando un enorme disservizio ai residenti del Comune, molti dei quali in età avanzata. Dopo un lungo tira e molla sulle responsabilità, e dopo due mie interrogazioni consiliari, siamo finalmente riusciti ad arrivare al tanto atteso decreto del Direttore dell’Agenzia regionale Sanitaria, il 10/ARS. Francamente pensavo che da lì in avanti la pratica fosse in discesa. E invece sono costretta a dover registrare nuovi ritardi. Da quella data, infatti, non si hanno notizie del concorso. Voglio sapere perché. Per questo motivo ho presentato una terza interrogazione consiliare, un atto che ha anche l’obiettivo di stimolare l’Amministrazione regionale ad attivarsi per arrivare quanto prima alla risoluzione di quello che, con la prolungata chiusura della farmacia, è da troppo tempo un annoso problema per la collettività. L’eventuale attivazione di un dispensario farmaceutico, che arriverebbe comunque in ritardo, non sia interpretata come la soluzione del problema bensì come un tampone in attesa della riapertura della farmacia”.


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