Marco Sansovini
FERMO – Per il neo attaccante della Fermana quello in programma domenica sarà un match contro il suo recente passato. Ecco dunque gli umori della vigilia nelle parole dello stesso Sansovini.
Bomber, come vive questo particolare pre-partita?
“Come un qualsiasi altro match, perché sono tutti importanti”.
Quale accoglienza si aspetta al Bonolis?
“Probabilmente i tifosi non mi accoglieranno bene, ma faranno giustamente i sostenitori della loro squadra, così come io mi impegnerò a dare il massimo per la mia”.
Sa che potrebbero venire allo stadio anche tifosi del Pescara (gioca sabato, dunque non in sovrapposizione con la C) che avrebbero il piacere di rivederla considerando i suoi felici trascorsi (anno 2015-2016 della promozione in A) nel capoluogo?
“Ne sarei felice, so anche dell’amicizia che lega la tifoseria fermana con quella del Pescara, che tra l’altro è anche la città in cui vivo, quindi per me sarebbe un impulso ulteriore sentire anche il loro incoraggiamento”.
Come sono rimasti i suoi rapporti col presidente Luciano Campitelli?
“Io gli porterò rispetto come ho sempre fatto ed anzi sono rimasto dispiaciuto da una sua dichiarazione in cui descriveva come deludente il mio comportamento per la trattativa durante il calciomercato. A tal proposito ci tengo a chiarire: io credo di aver fatto un passo verso la società per la conclusione del contratto ma questo incontro non c’è stato. Mi riferisco alla possibilità che avevo proposto di spalmare il rapporto in due anni ulteriori. E’ vero invece che sono stato lasciato fuori rosa, non convocato per tutto il ritiro”.
Cosa ne pensa del tecnico del Teramo, Antonino Asta?
“Non ho avuto il piacere di lavorarci perché appunto ero stato messo fuori rosa, ma ho potuto rilevare che sta allenando in maniera meno fisica e più tecnica, quindi sta modellando una squadra imprevedibile che ci darà filo da torcere”.
Come sarà giocare 90 minuti sul sintetico del Bonolis?
“È come non giocare a calcio: peccato perché la struttura sportiva è davvero molto funzionale ma il manto è per tutti i giocatori di calcio alquanto impervio”.
Il numero sulla maglia, il 17, è uno smacco alla tradizionale scaramanzia?
“A parte il fatto che io sono nato il giorno 17 (17 giugno 1980), la verità è che i numeri li faccio scegliere alla mia figlia maggiore!”.
Se dovesse fare gol, visto che ormai ha abituato bene il pubblico canarino, come esulterebbe?
“Esulterei per la mia squadra come avrei fatto in qualsiasi altra occasione, ovviamente senza scadere in provocazioni né gesti di maleducazione nei confronti dell’avversario”.
Silvia Remoli
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