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Peppina se ne va in lacrime,
“Sono una persona onesta”
La figlia: “Oggi muore lo Stato”

FIASTRA - La 95enne è stata portata via dalla sua casa dai familiari. "Stanotte non ho dormito perché ero preoccupata. Tornare? Speriamo". Ad accompagnare l'esilio dell'anziana una piccola folla di conoscenti e giornalisti. L'amarezza di Agata Turchetti: "Una legge che provoca tanto dolore non può essere buona". LE FOTO

 

Peppina se ne va in lacrime

 

 

Peppina, occhi rossi e grande dignità, mentre aspetta di andarsene

 

da Fiastra Federica Nardi

(foto Fabio Falcioni)

“Grazie a chi mi ha voluto bene e anche a chi mi ha fatto del male”. Peppina, con gli occhi rossi dalle lacrime, dice queste parole prima di salire sull’auto del genero e lasciare la sua Fiastra, dove ha vissuto per oltre 70 anni. “Di casette così ce ne sono tante – aggiunge –  Io non sono una santa ma sono sempre stata una persona onesta”. A salutarla una piccola folla, che applaude di fronte alle sue lacrime e alla sua forza. Giuseppa Fattori, 95enne della frazione di San Martino, è diventata il simbolo della protesta di un intero territorio nei confronti della burocrazia che in questo caso non ha lasciato scampo.  

Ieri la procura di Macerata ha rinviato ogni decisione sullo sfratto a dopo l’udienza al Tribunale del riesame, fissata per il 6 ottobre, in cui si deciderà sul ricorso del legale della famiglia contro il provvedimento di sequestro. «Non abbiamo avuto comunicazioni dalla procura, a meno di comunicazioni ufficiali domani ce ne andremo», ha detto in serata una delle figlie, Gabriella Turchetti. E così è stato, anche se l’ufficiale giudiziario non è passato. Quindi Peppina ha lasciato la sua casa. E racconta: “Non ho dormito stanotte, non me ne volevo andare ed ero preoccupata”. A chi le dice che presto potrà tornare, risponde: “Speriamo”.

Tanta amarezza per l’altra figlia, Agata Turchetti: “Oggi muore lo Stato per me. Non sono più fiera di essere italiana – ha commentato -. Sui social qualcuno ha scritto che oggi viene ripristinata la legalità. Io penso che oggi muoia l’umanità e anche la legalità. Perché una legge che provoca tanto dolore non può essere buona. I miei ideali muoiono insieme a mia madre che scenderà queste scale tra poco”.

“Non sarà rilassante per lei andare via da qui – conferma il genero Maurizio Borghetti –  Lei sta bene solo qui, da sola, nel posto dove ha sempre vissuto. Le ho promesso che non appena avremo notizie ufficiali sul fatto che tutti noi familiari possiamo tornare qui a vivere la riporterò nella casetta”.

 “Ci ho pensato tutta la notte. Io non vado via”. Aveva detto appena svegliata Peppina alle figlie, che stamattina hanno preparato caffè alla piccola folla di sostenitori e giornalisti arrivati a San Martino di Fiastra per sostenere la causa della 95enne sfrattata dalla casetta di legno che si era fatta dopo il sisma”. Ma la decisione è presa. “Venite sempre a trovare Peppina dovunque stia”, ha concluso Borghetti, aggiungendo un ringraziamento di cuore alle forze dell’ordine arrivate per mantenere l’ordine pubblica. Anche se la piccola folla è stata pacifica e partecipe e ha incitato Peppina: “Tornerai!”. “Speriamo”, ha aggiunto lei. Con le lacrime sul volto per una vita che deve cambiare. A 95 anni.

 

Il cartello scritto da una bambina dedicato all’anziana e al gatto Oreste. E’ stato appeso davanti al container di Peppina poco prima che partisse con la famiglia


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