La polizia davanti alla tabaccheria di via della Libertà
Non sono pochi gli elementi che la polizia del commissariato di Fermo, guidata dal dirigente Leo Sciamanna, ha in mano sul malvivente che ieri ha rapinato la tabaccheria in via della Libertà, a Marina palmense (leggi l’articolo). E quasi sicuramente si tratta della stessa persona che poco prima ha tentato di rapinare la tabaccaia in via Rossini, a Porto San Giorgio. Si tratta di un uomo, quasi sicuramente italiano, di media statura che potrebbe avere la residenza, o comunque il domicilio, sulla costa fermana. Proprio tra Porto San Giorgio e Marina palmense. Il malvivente, infatti, prima dei due assalti in rapida sequenza, è stato notato da alcuni residenti mentre si aggirava in sella a una bici nel rione costiero di Fermo.
Il dirigente del commissariato di Fermo, Leo Sciamanna
Poi, nella tarda mattinata, indossati un giubbotto mimetico e un passamontagna, è entrato in azione. E dopo essere stato messo in fuga dalla tabaccaia di Porto San Giorgio, ha deciso di colpire a Marina palmense. Alla tabaccheria di via della Libertà è arrivato in sella a quella stessa bici usata in mattinata per una perlustrazione della zona. E con quella, (scomparsa insieme a lui) dopo aver arraffato il registratore, con il volto travisato da un passamontagna, è scappato. Una pedalata frenetica, nel corso della quale l’uomo è anche caduto, lunga circa 100 metri. Tanto, infatti, divideva la tabaccheria dal punto dove il ragazzo aveva parcheggiato un Land Rover Freelander con cui, senza l’aiuto di complici, si è dato alla fuga. Gli investigatori, nonostante la targa occultata, hanno buoni motivi per credere che non si tratti di un’auto rubata. Dunque il rapinatore o ha usato un veicolo di sua proprietà o qualcuno glielo ha prestato per i colpi.
Al vaglio della polizia scientifica, oggi, c’è soprattutto quel coltello da cucina caduto dalla tasca del rapinatore quando questi è caduto con la bici. La scientifica sta passando al microscopio la lama e l’impugnatura di quell’arma che, comunque, il malvivente non ha usato per la rapina. Altro elemento utile a stringere il cerchio: l’accento del bandito, un accento sembrerebbe locale. E poi ci sono le immagini della videosorveglianza, sia quella privata che quella pubblica, registrazioni acquisite dai poliziotti che stanno scandagliando ogni frame per cercare di dare un nome e un volto al criminale che, a questo punto, rischia di avere le ore contate e di rispondere di tentata rapina e rapina a mano armata.
Assaltate due tabaccherie: a Marina palmense il colpo va a segno
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