di Andrea Braconi
Nonostante le rassicurazioni e la solidarietà ancora una volta ribadita, la visita di ieri del presidente della Repubblica Sergio Mattarella (LEGGI QUI) non placa le polemiche sui ritardi nella realizzazione delle Sae, le soluzioni abitative di emergenza nelle aree maggiormente colpite dai terremoti dell’agosto e dell’ottobre 2016 e del gennaio 2017.
Ad oggi, infatti, secondo i dati forniti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, sono meno di un terzo (1.103 su 3.702 distribuite in 50 Comuni) le cosiddette casette completate nelle 4 regioni coinvolte: di queste 214 rispetto alle 1.843 necessarie nei Comuni di Arquata del Tronto, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Monte Cavallo, Muccia e Pieve Torina. Una percentuale dell’11,6% che cozza con quella del Lazio per i suoi 6 Comuni (75,5%), oltre che dell’Umbria per Norcia, Preci e Cascia (33,7%). Peggio solo l’Abruzzo per i 13 Comuni interessati (0,4%).
“Attualmente – rimarcano dalla Protezione Civile – sono in corso lavori in 126 aree”.
“Inutile negare che la vicinanza di un Capo di Stato è motivo di orgoglio – commenta una donna del Maceratese, la cui casa è stata dichiarata inagibile subito dopo le scosse del 26 ottobre 2016 – ma i problemi restano nella loro gravità: è vergognoso che, nonostante le promesse fatte subito dopo la tragedia della scorso anno e reiterate per i mesi successivi, a poche settimane dall’inizio della stagione invernale ancora non sia stata risolta una questione che tocca direttamente migliaia di persone. Da almeno 5 mesi, per quanto mi riguarda, assisto all’avanzamento (per così dire) dei lavori per la casetta che mi è stata assegnata e non comprendo, come tanti altri, i motivi di tale lentezza. Ma qui non sono in ballo soltanto le nostre vite: questi ritardi inaccettabili mettono in discussione la sopravvivenza della comunità dell’area dei Sibillini. Gli sfollati che non possono ancora rientrare, le attività economiche ancora danneggiate, un intero tessuto sociale lacerato: ma quanto dovremo ancora aspettare, tra una sfilata e l’altra?”.
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