di Andrea Braconi
Il sindaco Paolo Calcinaro è intenzionato o no ad adottare misure temporanee (e tempestive) di carattere umanitario per tutelare i ragazzi provenienti prevalentemente dal Pakistan (come vi avevamo raccontato la scorsa settimana, ndr), che da diversi giorni dormono all’addiaccio? E intende intraprendere iniziative di tipo istituzionale nei confronti delle autorità preposte all’istruttoria delle relative richieste di asilo e alla disposizione delle misure di prima accoglienza?
Sono le domande contenuta nell’interrogazione presentata da Massimo Rossi e Giulia Torresi, capigruppo delle liste civiche Fermo Migliore e L’Altra Fermo e discussa ieri sera in occasione del Consiglio comunale cittadino.
I due hanno parlato di una “gravissima situazione che si sta determinando sotto gli occhi della cittadinanza, oltre a mettere gravemente a rischio la salute di esseri umani in condizione di estrema difficoltà e grave precarietà, costituisce un vulnus per la coscienza civile della città e per sua tradizione di solidarietà e di accoglienza”.
“Qualsivoglia diatriba di ordine amministrativo – hanno messo nero su bianco i due consiglieri di minoranza – non può giustificare l’indifferenza e l’inerzia delle istituzioni locali e dei servizi sociali del territorio, di fronte ad una simile emergenza umanitaria”.
Nell’interrogazione Torresi e Rossi, inoltre, hanno rimarcato l’impegno di diversi privati, dello Sprar e dell’associazione Casa Comune, che “hanno risposto ai bisogni primari di tali soggetti, reperendo soluzioni alloggiative, fornendo vestiario e garantendo un servizio di accompagnamento alla mensa sociale de Il Ponte, evitando così, sino a questo momento, gravi conseguenze per la loro incolumità”.
E alle domande il primo cittadino ha risposto, sia in sede di Consiglio, sia questa mattina a Cronache Fermane.
“Innanzitutto – ci ha spiegato Calcinaro – dispiace che l’Altra Fermo non parta dal presupposto a loro ben noto, tanto più se rapportato con altre realtà della Nazione che tendono a girare il volto dall’altra parte: sull’emergenza migranti la Città di Fermo, la sua Prefettura e la provincia tutta stanno dando non solo il loro contributo, ma vanno ad oggi anche oltre i freddi steccati dati dalle ‘quote nazionali’, come tradizione di accoglienza della nostra gente e della nostra cultura. Questo è un presupposto che tutte le forze politiche, e in primis quelle della sinistra da cui è venuta questa interrogazione, è giusto che ricordino senza farlo passare come dato dimenticato.
Dopodichè l’accoglienza dei migranti deve avere delle regole a tutela, per primi, di chi tra loro ha pieno diritto all’ospitalità: e allora spiego meglio, forse anche a chi mi ha interrogato, lo strano movimento cui è oggetto da questa estate la nostra città.
Stanno difatti giungendo, con puntuale coincidenza proprio a Fermo, numerosi cittadini pakistani che, immediatamente, si recano non ai Servizi Sociali del Comune ma direttamente in Commissariato per richiedere lo status di rifugiato. Tuttavia, mentre alcuni lo richiedono più che legittimamente per la prima volta proprio nella nostra città, una fetta consistente invece giunge a Fermo dopo aver già fatto richiesta di asilo in altre nazioni europee (Belgio, Svezia, Germania, ecc.) ove però volontariamente non ne attendono l’esito, positivo o negativo che possa essere, lasciando appunto quel paese alla volta di Fermo.
Allora si capisce che l’impegno all’aiuto, da parte della Prefettura ma anche dai Servizi Sociali del Comune o dal volontariato cittadino, ci potrà e dovrà essere per chi ha pieno diritto ad attendere qui in Italia l’iter della propria domanda per un verso, mentre, nel caso di chi ha presentato domanda in altro Stato europeo per poi volontariamente non attenderne l’esito, il sostegno dovrà essere immediatamente finalizzato ad un rientro nello Stato europeo di competenza: altrimenti salterebbe ogni minima regola, con il risultato che chi non segue l’iter corretto viene premiato a discapito di chi vuole vedere riconosciuto, nel rispetto delle regole, un suo diritto, con un flusso sempre crescente che la Città, la Provincia e le proprie strutture non potrebbero più reggere.
Un ringraziamento, infine, alla associazione di volontariato Casa Comune che si è adoperata per il supporto a queste persone: come alle tante altre associazioni di volontariato che operano quotidianamente, ed anche nel silenzio, per fronteggiare gli ormai tantissimi casi di disagio nel territorio siano essi di migranti o di residenti, italiani o stranieri. Questa rete è fondamentale alla città perché è evidente che i Servizi Sociali comunali da soli non riuscirebbero mai a fronteggiare tutte le esigenze cittadine, meno che meno quelle emergenze nazionali che, proprio per la gigantesca portata sociale ed economica, lo Stato ha avocato a se”.
Richiedenti asilo del Pakistan da giorni al freddo nei garage e in strada, aiutati dai cittadini
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