FERMO – Agli aficionados della Casertana è noto come il “Polpo Paul”, per via delle sue mani tentacolari capaci di agguantare tutti i colpi avversari. Dimostrazione concreta il Monday Night contro la capolista Padova, dove Paolo Ginestra ( foto ), al suo esordio in questo campionato, ha mantenuto integra la porta canarina, rendendola immune dagli attacchi biancoscudati.
“Ogni portiere sogna di debuttare non prendendo gol o farlo, come nel caso di Brignoli – le parole della saracinesca gialloblù –. Scendere in campo ed avere la giusta mentalità dopo diversi mesi di inattività non era facile. Ma a me piace lavorare bene e restare sempre sul pezzo. In questo lasso di tempo ho cercato di lavorare con intelligenza aspettando la mia occasione che è giunta nella gara contro la prima della classe.
“E’ stata difficile gestire questa gara. I veneti hanno dei giocatori molto tecnici, superiori alla categoria, ed un modo di crossare la palla diversa dagli altri – prosegue -. Ho effettuato diversi interventi che non molti leggono, ma chi si intende di calcio ed analizza tutte le gare capisce che ho fatto uscite importanti per cercare di far respirare la difesa. Io da parte mia ho cercato di dare il mio equilibrio alla squadra ed era quello che volevo. Secondo me ci sono riuscito. E direi che, tutto sommato, è andata piuttosto bene, un punto contro i patavini è oro colato e di questo io e i miei compagni non possiamo che esserne felici”.
Ginestra parla anche del suo rapporto con il collega di reparto Valentini: “Mattia sta facendo molto bene, è un giovane e lo rispetto, potrebbe essere mio figlio. Penso di essermi comportato con lui in maniera perfetta. Ho cercato di dargli dei consigli facendolo migliorare. Avendo più esperienza di lui, è stato spontaneo aiutarlo e dargli dei suggerimenti. La società è stata intelligente ad inizio stagione a capire che, con un over al suo fianco, sarebbe stato meglio ed i risultati si sarebbero visti”.
Un palmares di tutto rispetto per l’estremo difensore di Pergola classe ’79, veterano della Terza Serie che, nel corso della sua carriera, ha brillato anche in cadetteria con le casacche di AlbinoLeffe e Parma ed in massima serie con Milan e Livorno, collezionando ben 558 presenze, di cui 482 tra i pro. Grazie alla sua agilità felina ed al suo spiccato senso di posizione, frutti del brillante intuito, è stato nominato lo scorso anno come miglior estremo difensore del Girone C.
“I tifosi della Casertana mi hanno etichettato come il miglior portiere dei rossoblù degli ultimi trent’anni e non posso che essere soddisfatto di quanto fatto la passata stagione. Perché ho scelto Fermo? Ad inizio anno ho ricevuto tre richieste, tutte provenienti da squadre di Lega Pro, in qualità di portiere titolare. Una di queste formazioni era del nord, le altre del sud, di cui rispettivamente a 5 e a 6 ore da casa. La mia scelta è stata quella di ritornare nelle Marche. Parlando con il direttore Conti, sapevo benissimo che il titolare sarebbe stato Mattia, in virtù della vittoria dello scorso campionato. Lui ha dimostrato di essere un buon portiere e a lui vanno i miei complimenti”.
“Lunedì mi è arrivata questa opportunità ed io l’ho ampiamente sfruttata – tornando al Padova -. Ora deciderà il mister chi schierare contro il Renate, con la massima tranquillità e senza alcun tipo di problema”. Unica parentesi in Serie D per il guardiapali pesarese con la maglia del Fano: “Avevo cercato una situazione vicina per problemi familiari. A Fano mi sono trovato molto bene. Li ringrazierò sempre per avermi lanciato a 18 anni con il Milan ed è una di quelle piazze che porterò sempre nel cuore insieme a Terni, Caserta e Vis Pesaro”.
Ed è proprio con i biancorossi che Ginestra si rende protagonista di un episodio che lo ha reso celebre in tutto il mondo calcistico, in Rimini-Vis Pesaro del 24 ottobre 2004.
“Durante gli allenamenti provavo a parare i rigori in ginocchio. I miei compagni mi prendevano in giro dicendo che non l’avrei mai fatto. Quando mi è capitata l’occasione nel sentitissimo derby contro il Rimini, mi sono messo in ginocchio e gliel’ho parato ( a Muslimovic, ndr) sotto la curva dei locali. E’ stata una cosa incredibile. Oggi verrebbe paragonato ai livelli della rete di Brignoli. Sono gesti che rimangono per tutta la vita”.
Il portiere canarino parla anche della sua forza interiore che, proprio come “La Ginestra” del componimento leopardiano, gli ha permesso di andare avanti a testa alta: “La mia personalità è stata la mia forza che molti non sanno. Tutti dicono che io abbia un carattere strano ed è stato proprio questo ad infondermi energia. A Foggia sono stato un idolo fino alla 20^ di campionato, poi un episodio in sala stampa mi condannò. In quanto capitano del Foggia mi presi la mia responsabilità, dicendo di smetterla con le contestazioni. Il giorno dopo un giornalista estrapolò in maniera negativa le mie parole pronunciate in sede di conferenza, finendo nell’occhio del ciclone. e in quelle piazze non puoi permetterti di scrivere una cosa del genere. Vicende così sono dimenticare perchè molti giocatori poi non hanno più la forza di rialzarsi. Io devo ringraziare l’AIC, nelle persone di Ghirelli e Tommasi che mi sono stati molto vicini e mi hanno aiutato ad uscirne. Ora sono alla Fermana e spero di scrivere una bella pagina della mia carriera”.
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