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Come si insegnano economia e finanza?
Le risposte della Banca d’Italia ai docenti

FERMO - All'Itet "Carducci Galilei" giornata di formazione nell’ambito del progetto di Educazione Finanziaria organizzata dalla Banca d’Italia in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per le Marche

Nell’Aula Magna dell’ITET si è tenuta ieri la consueta giornata di formazione riservata ai docenti di ogni ordine e grado della provincia, nell’ambito del progetto di Educazione Finanziaria organizzata dalla Banca d’Italia in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per le Marche.

L’evento ha visto anche quest’anno il supporto dell’Istituto Tecnico Economico Tecnologico “Carducci Galilei” quale scuola di riferimento territoriale.

Ha aperto i lavori la dirigente scolastica Cristina Corradini. “Lo studio dell’economia a scuola è la base per creare un’educazione finanziaria utile agli studenti di oggi e ai cittadini di domani, che devono potersi muovere con sempre maggiore consapevolezza nell’ambito dell’uso degli strumenti finanziari e di risparmio. Per questo occorre che la scuola potenzi la financial literacy che comprende lo studio del diritto, dell’economia aziendale, ma anche della matematica e della statistica.”

“Ma come si imparano l’economia e la finanza? Come si gestiscono gli strumenti finanziari? Come risponde a questa domanda il sistema educativo e scolastico nel nostro Paese?”. Queste alcune delle domande emerse nel dibattito, a cui hanno cercato di rispondere sia i formatori di Banca d’Italia, che il dott. Massimo Iavarone responsabile del programma per l’Ufficio scolastico regionale, il quale ha posto in evidenza i dati della ricerca OCSE-PISA sul livello di financial literacy – cioè di educazione finanziaria – degli studenti quindicenni.

I risultati mostrano come i ragazzi italiani di quindici anni siano ancora non sufficientemente preparati sulle tematiche finanziarie rispetto quelli dei paesi OCSE presenti nella rilevazione. Spiega Iavarone: “L’uscita a Parigi il 24 maggio 2017 dei risultati all’Indagine OCSE-PISA (Programme for International Student Assessment) condotta nel 2015 in 15 Paesi, tra cui l’Italia, consente di dare risposte interessanti. Innanzitutto c’è stata una piccola rimonta, rispetto la precedente analisi del 2012, quando l’Italia con il punteggio di 466 era clamorosamente risultata penultima (su 18 paesi). Nel 2015, con 483 punti, rimonta di qualche posizione, pur restando sotto la media dei paesi partecipanti.”

Compito di Banca d’Italia attraverso il progetto promosso dal Ministero dell’Istruzione è proprio quello di offrire un supporto alle scuole, anche attraverso la diffusione di materiale didattico appositamente realizzato.

“La formazione è una leva fondamentale per migliorare i livelli di educazione finanziaria” commenta la dottoressa Sabrina Ferretti, referente del progetto MIUR.

“Attualmente sono oltre 150 i docenti coinvolti nella formazione a livello regionale che ha toccato temi legati anche al consumo, al risparmio, alla moneta, alla previdenza e alla spesa pubblica.”

Dopo aver illustrato gli argomenti oggetto della formazione, i funzionari di Banca d’Italia hanno offerto possibilità per gli istituti secondari di secondo grado, rappresentati dai loro docenti, di poter effettuare parte dell’esperienza di Alternanza Scuola Lavoro nella sede Banca d’Italia di Ancona.

Una nuova esperienza formativa di sicuro interesse anche per gli studenti dei corsi di Amministrazione Finanza e Marketing e di Relazioni Internazionali del Carducci-Galilei.


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