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Lampade votive, Morese si schiera con Petrozzi: “Perché a pagare devono essere i cittadini?”

PORTO SAN GIORGIO - “Se è vero che il Sindaco accusa un mal funzionamento dei computer ad origine degli errori, - chiede Morese - perché a pagare devono essere i cittadini?”

Il coordinatore FdI, Emanuele Morese

“Tra i principi dell’azione amministrativa si annoverano pubblicità e trasparenza e nel caso delle lampade votive è evidente che di trasparente c’è ben poco”  interviene anche Emanuele Morese in difesa dei cittadini a cui è stata recapitata la lettera di mancati pagamenti relativi alle lampade votive.

“Invece di attaccare il consigliere Petrozzi che ha sollevato un’interrogazione sulla questione e a cui non è stata data una vera risposta, ci si aspetterebbe da Di Virgilio una presa di posizione netta a tutela dei cittadini”.

“Il caso è chiaro – spiega Morese – gli uffici del Comune hanno inviato delle lettere di sollecito al pagamento di canoni non riscossi che per legge sono prescritti. Per tale ragione nulla sarebbe dovuto poiché si è estinto il diritto del creditore nei confronti del debitore. Ciò che invece non è chiaro è il metodo con cui questo sollecito arriva nelle cassette della posta dei cittadini, ossia tramite una semplice lettera. Ed è ancora meno chiaro il riferimento ad un eventuale recupero coatto per mezzo di un agente di riscossione. Come si può, in una missiva non raccomandata, minacciare un recupero coatto essendo persino prescritto il debito?”.

“Il motivo, a pensare male, sembrerebbe la volontà di tentare di spaventare il cittadino che, non edotto sulla questione, provvede al pagamento perché terrorizzato dalle possibili azioni millantate nel sollecito con toni più che minacciosi. E’ su questo punto che si chiedono spiegazioni politiche e tecniche: è giusto recuperare debiti prescritti minacciando ingiustamente i cittadini?”.

“E al danno si aggiunge anche la beffa se si pensa che alcuni debitori hanno pagato e che altri invece, conoscendo i loro diritti, adesso non pagheranno, creando un forte iniquità a carico degli stessi debitori. Insomma un vero pasticcio che merita la massima attenzione perché ciò che è accaduto non si verifichi più in nessun altro caso. Questo ci si sarebbe aspettato da Di Virgilio e dal PD che governa la città. Invece si preferisce buttarla in caciara per sviare l’attenzione”.

“Se è vero che il Sindaco accusa un mal funzionamento dei computer ad origine degli errori, – chiede Morese – perché a pagare devono essere i cittadini?”

 

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