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La Poderosa schiaccia la Fortitudo,
Gabriele Ceccarelli entusiasta:
“E’ stata la partita perfetta”

SALA STAMPA - Storica vittoria casalinga di Montegranaro su Bologna per 83 punti a 65, ed esplode la soddisfazione dei protagonisti. Il coach dei gialloblù svela i segreti dell'entusiasmante e desiderato risultato. Il capitano Amoroso raggiante e fiero dei suoi compagni e di Campogrande, che ha gestito lo scomodo ruolo da ex

Il coach Gabriele Ceccarelli

PORTO SAN GIORGIO – Ceccarelli realizza il sogno di battere la Fortitudo e batterla bene, un sogno che definisce più importante della vittoria del titolo di migliore allenatore di novembre assegnatogli dalla Lega Nazionale Pallacanestro.

E’ stata la partita perfetta, tutto il popolo gialloblù deve essere fiero di questi ragazzi”, esordisce così il coach veregrense cercando a fatica di contenere l’entusiasmo, lui che si distingue per obiettività, perfezionismo ed atteggiamento critico. Ed ha ancor più ragione se si pensa ai problemi di salute occorsi in settimana ai suoi giocatori, molti in campo ancora con l’influenza e reduci dal virus gastrointestinale.

“Venerdi abbiamo preparato la partita senza i due playmaker Rivali e Maspero; ieri e stamattina Treier è stato male e oggi Powell era un leone nonostante la febbre”. Contento dell’identità della sua squadra, ci tiene a precisare che la Poderosa non vive di talenti ma di gruppo e lo fa nominando i suoi ragazzi uno per uno, elogiandoli per le prestazioni personali in campo e per “l’importanza dell’apporto del singolo all’intero team”.

Parla del fuoco che ardeva nel capitano Amoroso, dell’indiscutibile bravura di Rivali, della tenacia dei veterani e del servilismo dei giovani. In particolar modo è grato a Campogrande, ex Fortitudo, che ha scelto Montegranaro, rinunciando al rinnovo con Bologna, di certo più redditizio, pur di guadagnare minuti in campo: una fiducia reciproca, quindi, che oggi è stata suggellata con i fatti.

Valerio Amoroso, capitano della XL  Extralight Motegranaro

Sul suo giovane compagno è d’accordo Amoroso: “Luca ha gestito benissimo questa partita. Temevo ne sentisse troppo la pressione. In fondo la curva dei tifosi della Fortitudo si faceva sentire oggi e questo poteva in un certo senso coinvolgerlo emotivamente. Invece è maturo e ha giocato davvero benissimo e ci ha dato una grande mano al rimbalzo e ha difeso alla grande”.

Svela anche il segreto della sua reattività fino al fischio finale, nonostante, si dice per scherzare i suoi 37 anni di età: “Il mister ha effettuato i giusti cambi, mi ha fatto riposare e poi rientrare senza sbagliare i tempi, in modo da farmi essere fresco in campo e rispondere a tono agli avversari”.

Sulla Fortitudo dice che “stanno attraversando un periodo non roseo, ma hanno tempo per rimettersi in sesto; credo forse che abbiano in squadra degli italiani che ‘vogliono fare gli americani’, ma hanno una società solida alle spalle che di certo ristabilirà i giusti equilibri”.

Matteo Boniciolli, allenatore della Fortitudo Bologna

In fondo, su un’abbondanza di stelle nel roster, pare concordi pienamente anche il coach della avversaria bolognese, che entra in sala stampa contrariato e scusandosi coi giornalisti del ritardo, dovuto ad una discussione avuta coi suoi collaboratori.

Con i giocatori mi soffermerò a parlare in un momento successivo più dettagliatamente, ma, facendo il punto della situazione, credo sia il momento per avere degli accorgimenti rapidi da apportare al lato umano”. Matteo Boniciolli non parla di defezioni, stati di salute o errori di tecnica, ma di emotività, o meglio di sentimento nei confronti della maglia.

“Abbiamo a disposizioni dei veterani che devono essere delle ancore per tutti gli altri e devono comportarsi da condottieri vogliosi di disputare le battaglie”. Una sorta di ‘ calo del desiderio insomma alla basa della sconfitta da parte della XL Extralight Montegranaro alla quale però Bonicciolli riconosce l’enorme merito di aver messo in campo il fisico ed il cuore. Continua: “Io mi prendo ogni mia responsabilità, ma si sa che non sono attaccato ai titoli, come si sa che siamo in alta classifica, e lì dobbiamo restare se vogliamo uscire presto dallo stretto imbuto della serie A2, perché la società merita di più; per me conta molto l’animo con cui si scende sul parquet così come conta l’essere certo che i miei giocatori sono i miei primi alleati. Lavoreremo molto su questo aspetto perché, per fortuna, abbiamo il tempo necessario ed i mezzi per curare questo malessere diffuso, che mi auguro momentaneo”.

Silvia Remoli


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