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Primo anno da presidente per la Canigola, aspettando più risorse e possibilità di assunzioni

FERMO – Il saluto per le festività ai dipendenti nella sala consiliare. Sulla protesta di alcuni funzionari la presidente ha spiegato come l'ente abbia solo atteso un parere della Ragioneria dello Stato

di Andrea Braconi

Una cerimonia di auguri rapida ma densa di significati. Perché si conclude il primo anno di mandato per la presidente Canigola. Perché si sta lentamente uscendo dalle difficoltà legate al sisma. E Perché all’orizzonte, per la stessa Provincia, qualche segnale di cambiamento inizia ad intravedersi.

“È stata finora un’esperienza molto bella – ha sottolineato la stessa Canigola ai dipendenti presenti nella sala consiliare, insieme ai consiglieri Pompozzi, Perugini, Falzolgher e Borraccini – seppur dura, complessa e faticosa sotto tanti punti di vista. Il doppio incarico di sindaco e presidente rende tutto più difficile da gestire, con tempi complicati da incastrare. È stato un anno difficile anche perché ancora ci strasciniamo dietro difficoltà di una riforma che ci ha visto uscire con le ossa rotte, con funzioni ridimensionate e fondi tagliati. Ma abbiamo lavorato molto, tutti quanti insieme. Questo anno mi ha arricchito di esperienze, conoscenze e anche amarezze. Ci aspettano altri anni di lavoro difficili, anche se sulla legge finanziaria sembrano arrivare notizie più serene per quanto riguarda le risorse e la possibilità di assunzioni. E questo ci fa iniziare il 2018 con fiducia sul fatto che possa essere un anno migliore per l’istituzione Provincia”.

A margine la Canigola è tornata sulla protesta di alcuni lavoratori (LEGGI QUI), che hanno scelto di disertare la tradizionale festa.

Tutti eravamo in attesa di un parere della Ragioneria dello Stato, che è arrivato alla fine di novembre ridimensionando le risorse stanziate. Il ritardo non ci ha permesso di attivare il procedimento per poter fare il passaggio di posizioni che era stato richiesto e anche concordato. Tutti sapevano che c’era questo parere vincolante sospeso. È semplice strumentalizzare la situazione, io dico solo che se avessimo portato a termine quell’accordo che avevamo sottoscritto questo avrebbe significato che al primo controllo i dipendenti avrebbero dovuto rimettere i fondi che avevano ricevuto in maniera impropria o rinunciare alla progressione ottenuta. La nostra è stata quindi una posizione di tutela, pur consapevoli di essere arrivati tardi ma non per nostra volontà. Sarebbe bastato attendere ancora un po’”.

 

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