di Alessandro Giacopetti
150 giorni sono serviti a realizzare un lavoro di microzonazione sismica a Monteleone di Fermo e in tutti i comuni del Cratere: passo preliminare e indispensabile per arrivare alla tanto attesa e auspicata ricostruzione.
A darne notizia, oggi, all’interno della sede del Comune, inserito come altri nell’area Cratere, è il sindaco Marco Fabiani, affiancato dal vicesindaco Andrea Valori: “un gruppo di geologi è stato incaricato di raccogliere ed elaborare dati per realizzare una microzonazione sismica e relativi documenti. Il punto di partenza è capire per quale motivo nello stesso Comune, a distanza ridotta, ci sono case distrutte e case intatte”.
I geologi impegnati nel territorio di Monteleone sono stati Cristian Mostardi e Savino Salvetti: “Il lavoro è stato svolto in coordinazione con il Centro per la Microzonazione Sismica e le sue applicazioni (CentroMS), con l’Università di Catania e il CNR che ci hanno fornito parametri entro cui lavorare – spiega il geologo Mostardi, prima di entrare nel dettaglio – La microzonazione sismica è uno strumento che serve a dividere per zone un’area geografica e capire l’amplificazione del terreno durante una scossa di terremoto: quanto l’onda sismica viene assorbita, o non viene assorbita, dagli strati di terreno. Dopo aver reperito i dati in Comune, abbiamo elaborato la carta geologico-tecnica e le sezioni geologiche. Poi la carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica. Per ottenerla, abbiamo lavorato su due livelli: nel primo livello abbiamo visto quali aree amplificano e quali non amplificano. Saltando il secondo siamo passati al terzo, per capire quanto amplificano. In definitiva abbiamo mappato il terreno per capire se, all’arrivo di un onda sismica, questa si troverà davanti un strato rigido che la non assorbe, oppure uno che ne assorbe l’energia. E’ stato fatto solo su aree urbane, non in campagna. Abbiamo ottenuto tre carte con tre diverse simulazioni, suddivise in base alla durata temporale della scossa. Relativamente a Monteleone, nella peggiore delle tre simulazioni, quindi con una scossa lunga, la zona con maggiore amplificazione è quella della frazione Madonna di Loreto nelle località Lu Spaccittu e La Villa”.
Nelle carte c’è la mappa del centro abitato colorato in modo diverso a seconda della capacità del terreno di amplificare l’onda sismica. Il lavoro ha riguardato tutti i Comuni del Cratere, impegnando una squadra di geologi, anche di supporto, ciascuno con la propria specializzazione.
Secondo Savino Salvetti: “questo è primo passo verso la prevenzione dei danni derivanti dai fenomeni sismici. E’ la prima volta che viene fatto uno studio così a tappeto. E’ importante che non resti fine a sé stesso ma venga normato e disciplinato per essere affiancato ai normali strumenti destinati a pianificare lo sviluppo urbanistico dei Comuni. Ad esempio per scegliere dove creare lotti con destinazioni artigianale, industriale, residenziale, e nello specifico, con case a un piano o a più piani o zone non edificabili”.
Lo stesso Salvetti ha poi denunciato che “la prevenzione è una cosa seria. Lo Stato, invece, ha destinato una somma irrisoria a questo lavoro nei Comuni inseriti nel Cratere, che ai tecnici incaricati non permette di fare un serio e completo lavoro. In alcuni casi i soldi sono bastati a fare un solo sondaggio per Comune, cosa che va bene per quelli piccoli come Monteleone ma pensiamo a altri che hanno i capoluoghi a monte e le frazioni a valle, ad esempio lungo i fiumi, con situazioni completamente diverse”.
Il piano relativo a Monteleone è già stato validato, così come quello di Servigliano, ed entro il gennaio 2018 si prevede lo siano tutti gli altri. Quindi, dovranno essere approvati da parte del Commissario Straordinario e dalla Regione Marche per poi essere recepiti dai singoli Comuni.
Intervenuti alla conferenza stampa di oggi anche i geologi Gianluca Testaguzza e Stefano Cichella, ma alla microzonazione hanno collaborato anche Marco La Corte e Stefania Scendoni.
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