Il procuratore capo di Fermo, Domenico Seccia
di Giorgio Fedeli
La Procura di Fermo impugnerà in Cassazione il provvedimento di scarcerazione di Amedeo Mancini. La notizia arriva a distanza di poche ore da quella incentrata sull’uscita dal carcere di Fermo dell’ultrà fermano finito dietro le sbarre a seguito dell’ordinanza di carcerazione arrivata il 7 dicembre scorso. Mancini, infatti, accusato di omicidio preterintenzionale per la morte del nigeriano Emmanuel Chidi Nnamdi, ha patteggiato una pena di 4 anni confermata dalla Cassazione. A quel punto, con l’attuazione del decreto Orlando non ancora arrivata, si è aperto un doppio binario giudiziario intorno alla carcerazione o meno dell’ultrà fermano. Dentro o fuori dal carcere? Vale il limite dei tre anni di pena da scontare per evitare la reclusione? Lo scorso 7 dicembre, si diceva, è arrivata l’ordinanza di carcerazione. E così Mancini, difeso dagli avvocati Francesco De Minicis e Savino Piattoni, si è presentato spontaneamente alle porte della casa circondariale di Fermo.
Amedeo Mancini
Dove è rimasto fino a questa mattina. Sì perché è stata accolta la richiesta, presentata da De Minicis e Piattoni, di sospensione dell’ordine di carcerazione. Con l’accoglimento della loro istanza i legali di Mancini si sono messi al lavoro per presentare istanza al tribunale di Sorveglianza per l’affidamento in prova ai servizi sociali del loro assistito. Ma la Procura di Fermo non è certo rimasta a guardare. Ed è di queste ultime ore la notizia della volontà da parte della Procura di impugnare in Cassazione il provvedimento. Tutto sulla scorta della giurisprudenza della Suprema Corte secondo cui, in assenza di normativa diversa, le pene superiori a tre anni di reclusione richiedono l’emissione di ordinanze di carcerazione.
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