Crisi del commercio, dalla diversificazione
ai costi per affitti e aperture:
la ricetta di Morese

PORTO SAN GIORGIO - Il civico interviene anche sullo sciopero dell'associazione Commercianti: "Spero che le parti, commercianti e amministrazione, tornino ad un tavolo e che tutti ricomincino a fare gioco di squadra perché solo uniti possiamo fronteggiare le difficoltà"

Emanuele Morese

“Che il commercio sangiorgese stia vivendo una crisi non solo economica ma anche d’identità, credo sia un dato oggettivo sul quale tutti possono trovarsi d’accordo. Le manifestazioni non possono essere l’unica ricetta per superare questa crisi, perché chi viene per un evento non è scontato che poi acquisti nelle nostre attività”, interviene sulla questione del commercio sangiorgese il civico Emanuele Morese che propone la sua ricetta per risollevare le sorti del settore piegato dalla crisi economica e dalle nuove forme di commercio online.

“Manifestazioni ma non solo – spiega Morese – Il fatto che i tempi cambino non deve assolutamente far pensare alla catastrofe inevitabile. E se la crisi economica e il commercio online non fanno altro che alleggerire le casse dei commercianti, è sempre possibile fare qualcosa.

Il primo male che affligge il commercio sangiorgese è il costo elevato dei canoni di locazione dei locali commerciali, completamente fuori dal mercato. E’ necessario aprire un dialogo con i proprietari degli immobili per il contenimento di questi costi, un dialogo mai aperto che deve partire dal governo della città, perché se i locali sono sfitti, è la città a morire”.

“Perché andare a Porto San Giorgio? Per questo è fondamentale diversificare l’offerta commerciale del paese. In questo una politica di azzeramento delle imposte comunali per le nuove aperture, non solo favorirebbe l’apertura di nuovi locali, ma darebbe anche l’opportunità ai giovani di investire su attività nuove ed attrattive”.

“La città non è solo il centro ed è necessario investire anche nelle periferie cittadine. Un ruolo chiave è giocato dalla strategia d’immagine e soprattutto dalla comunicazione dell’identità che si sceglie di dare al nostro paese”.

Poderosa ed eventi alla spicciolata non servono se poi non c’è ragione per rimanere qui e il Comune può stimolare nuove aperture e diversificazione come delle politiche appropriate – continua Morese che lascia per ultima la questione del recente sciopero dei commercianti – Prima di dire se sia utile o no, credo sia necessario il rispetto. Che siano 5, 10 o 100 attività ad aderire ha poca importanza, quello che conta è la richiesta di aiuto di fronte ad un disagio che non si riesce ad affrontare da soli. Definire la loro protesta composta una ridicola sceneggiata è antidemocratico e irrispettoso per vuole amministrare una città.

A Porto San Giorgio c’è gente che si guadagna il pane nei negozi e che lotta ogni giorno per arrivare alla fine del mese, un problema e una preoccupazione che può far salire i toni del dibattito tra commercianti e amministrazione. Un problema e una preoccupazione che sicuramente nessun sindaco ha, considerando che pur amministrando male, lo stipendio di carica arriva puntuale ogni mese. Spero – conclude Morese – che le parti tornino ad un tavolo e che tutti ricomincino a fare gioco di squadra perché solo uniti possiamo fronteggiare le difficoltà”.


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