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“Il Parco non si tocca!”:
anche Mountain Wilderness Italia
in difesa dell’ente

IL CASO - La onlus, che in passato non ha risparmiato critiche, interviene rimarcando come ogni affermazione contraria sia "strumentale, vuota, ciecamente illogica, spesso di stampa elettoralistico"

Piena solidarietà al Parco dei Sibillini (“Unica speranza di rinascita per l’economia dell’area”) è stata espressa anche dal Mountain Wilderness Italia – Umbria e Marche Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.

“Il Parco nazionale dei Monti Sibillini fin dalla sua istituzione – scrivono i responsabili – ha permesso l’identificazione e la conseguente frequentazione di un territorio pregiatissimo a cavallo fra due regioni.

Senza la sua presenza sarebbe stato difficilissimo mettere a fattor comune, far emergere, rendere riconoscibili e spendibili le eccellenze territoriali che possiede ciascuno dei piccoli borghi e città che lo popolano. E’ il volano per l’economia dell’intera area umbro-marchigiana, oggi così duramente colpita dai ripetuti terremoti.

È stato catalizzatore di un turismo differenziato che ha percorso sentieri, strade, visitato luoghi di culto, assaggiato le eccellenze alimentari , apprezzato la gastronomia e l’accoglienza delle popolazioni.

Non sempre abbiamo condiviso le scelte dell’amministrazione del Parco, a volte siamo stati critici, ma di una cosa siamo fermamente convinti: il Parco non si tocca!

La salvaguardia dell’ambiente naturale, ora che molti manufatti umani sono stati distrutti dal sisma, che l’alterazione delle condizioni e dei ritmi de vita delle sue popolazioni sono così evidenti, è l’unico elemento su cui puntare perché elemento di riconoscibilità e d’identificazione del territorio. Un territorio con luoghi più o meno “famosi”, ma tutti con uguale diritto alla ricostruzione che non travalichi e ignori le regole.

In nome del sisma e dello stato di emergenza, non possono e non devono passare manovre destabilizzanti verso istituzioni che tutelano l’area. Non si possono fare veri e propri minestroni di falsa informazione, ripicche più o meno ataviche, interessi personalistici spacciati come di comunità, richieste becere di deregulation alle fondamentali norme di conservazione ambientale.

I residenti dovrebbero poter tornare nelle loro case, per poter parcheggiare o accogliere i turisti nei centri commerciali. Ogni altra affermazione si legga in questi giorni è strumentale, vuota, ciecamente illogica, spesso di stampo elettoralistico. Chi non vuole le regole è perché è abituato ad agire senza”.


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