di Gianluca Ginella
Un testimone oculare, i vestiti di Pamela Mastropietro sporchi di sangue rinvenuti nella sua casa, lo scontrino della farmacia in via Spalato dove la 18enne romana aveva fatto un acquisto e di fronte alla quale l’avrebbe incontrata. Tutti elementi che incastrerebbero il nigeriano, in Italia col permesso di soggiorno scaduto. L’uomo nega tutto. Interrogato nel corso della notte non ha ammesso niente, respingendo le accuse degli inquirenti. Nella casa dove vive, in via Spalato, sono però stati trovati i vestiti della ragazza, sporchi di sangue. Altro elemento che incastrerebbe il nigeriano e che comunque porta gli inquirenti a ritenere che sia lui il killer della ragazza e che la giovane sia stata uccisa in quell’appartamento. Al momento i carabinieri del Reparto operativo di Macerata che conducono le indagini, coordinati dal pm Stefania Ciccioli, ritengono che l’uomo abbia agito da solo. Ma le indagini proseguono anche per ricostruire le ultime ore della ragazza.
LE INDAGINI – Ieri mattina una segnalazione è arrivata ai carabinieri della stazione di Pollenza da parte della polizia locale relativamente a due trolley in cui si trovava un cadavere di una giovane donna. Immediate le indagini da parte del comando provinciale dei carabinieri di Macerata e del Ros che si sono concentrate sulle ultime persone scomparse in provincia e, in particolare, sulla possibilità che i resti potessero appartenere a Pamela, ospite della Pars già dall’ottobre scorso.
ERA VIVA MARTEDI’ MATTINA – I carabinieri hanno iniziato a controllare tutte le telecamere che potevano aver ripreso la ragazza da lunedì, quando si è allontanata dalla Pars. In questo modo i militari hanno ricostruito la sequenza degli spostamenti della giovane fino alla mattina del 30 gennaio. Le tracce si sono perse in via Spalato. Qui sarebbe entrata in gioco la testimonianza di una farmacista che aveva visto la ragazza con i trolley (era andata a fare un acquisto in farmacia). Quella è stata la chiave che ha portato il nigeriano, in possesso di permesso di soggiorno scaduto e già noto per questioni legate allo spaccio di droga, domiciliato proprio in via Spalato.
LE PERQUISIZIONI A CASA – I carabinieri hanno rintracciato l’uomo e poi, insieme ai militari del Ris, hanno dato il via alla perquisizione a casa del nigeriano. All’interno dell’abitazione sono stati trovati i vestiti della vittima, sporchi di sangue, e altre tracce ematiche. C’era anche lo scontrino della farmacia dove la vittima aveva precedentemente acquistato una siringa. In quella casa di via Spalato, secondo gli inquirenti, la giovane è stata uccisa. Nella casa i militari proseguiranno con gli accertamenti tecnici e scientifici.
IL TESTIMONE – C’è poi la testimonianza, resa volontariamente prima in questura a Macerata e poi nuovamente ai carabinieri, di uno straniero (estraneo ai fatti), che ha riconosciuto Oseghale come la persona che ha visto nella tarda serata di martedì con i trolley e vicino al luogo dove poi sono stati ritrovati.
Il nigeriano comunque respinge ogni addebito. Ad assisterlo l’avvocato Monia Fabiani. L’uomo avrebbe anche fatto nomi di altre persone e ieri c’erano state altre perquisizioni, tra cui una in via dei Velini, che però non avrebbero portato a nulla.
(Servizio aggiornato alle 12,45)
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Ora i crociati antirazzisti dove sono?
Per giustificare l’orrendo gesto si vocifera che il nigeriano sia stato incastrato!
Che brutta storia di droga…..