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Quote rosa, le spese processuali
le pagano sindaco, assessori
e presidente del Consiglio

SANT'ELPIDIO A MARE - Terrenzi: "La minoranza ha preferito ricorrere al Tar. Questo ha comportato la condanna per il nostro Ente al pagamento di spese processuali che non abbiamo nessuna intenzione di far ricadere sui cittadini”

Il sindaco Terrenzi

Saranno sindaco, assessori e presidente del Consiglio Comunale a sostenere – personalmente – le spese processuali imputate al Comune a seguito del ricorso al Tar presentato da Monia Tomassini e Cristiana Tosoni, entrambe candidate alla carica di consigliere comunale tra le fila dell’attuale minoranza di governo.

Chiusa, così, definitivamente la questione delle quote rosa con la delibera passata oggi in Giunta con la quale si prende atto della volontà degli amministratori di coprire personalmente la spesa.

Gli amministratori hanno voluto, in questo modo, evitare che fosse la collettività a subire le conseguenze del ricorso al Tar presentato dalla minoranza e che, di fatto, è decaduto a seguito della nomina da parte del Sindaco, Alessio Terrenzi, dell’Assessore Stefania Torresi. Atto con il quale si è ripristinata la parità di genere facendo, di fatto, venire meno la causa scatenante il ricorso.

“Ho sempre detto che, all’epoca della nomina della prima Giunta, si sarebbe trattato di una scelta temporanea nella consapevolezza di dover rispettare una precisa legge in merito alla parità di genere – commenta il Sindaco Alessio Terrenzi – e ricordo che avevamo iniziato anche un percorso con le consigliere di parità regionali per arrivare a ripristinare una situazione di pieno rispetto di quella legge che non è mai stata mia intenzione non rispettare. La minoranza ha preferito ricorrere al Tar, interrompendo quel percorso che era stato avviato, che peraltro non ha più avuto motivo di restare in piedi nel momento in cui ho nominato Stefania Torresi. Questo ha comportato, comunque, la condanna per il nostro Ente al pagamento di spese processuali che non abbiamo nessuna intenzione di far ricadere sui cittadini: pagheremo noi amministratori di tasca nostra”.


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