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Francesco, il Papa che rivoluziona
anche la comunicazione

FERMO - Incontro formativo con il giornalista de Il Fatto Quotidiano Marco Politi, organizzato dall'Ordine dei Giornalisti delle Marche nella sede della Camera di Commercio, alla presenza anche di studenti delle scuole superiori

di Andrea Braconi

È toccato al presidente dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche, Franco Elisei, il compito di aprire l’incontro sul tema “La rivoluzione di Papa Francesco”, al quale ha partecipato il giornalista Marco Politi, editorialista de Il Fatto Quotidiano e impegnato su questioni riguardanti il Vaticano sin dal 1971.

“Questo è un incontro per giornalisti, ma anche aperto alla città e agli istituti scolastici superiori, perché si tratta di una tematica che va al di là dei nostri confini professionali” ha rimarcato Elisei davanti al sindaco Paolo Calcinaro (LEGGI QUI) e alla platea accorsa nella sede della Camera di Commercio di Fermo.

Un tranviere di Milano ha ucciso una ragazza italiana, ma nessuno ne parla – ha sottolineato Politi, che nel corso della sua lunga esperienza come giornalista ha conosciuto cinque Pontefici -. Qui nelle Marche è stata barbaramente uccisa una ragazza italiana da un africano ed è esplosa una polemica infinita. Ma la manipolazione della realtà non aiuta a far crescere la società civile. Quindi, arrivando a Francesco, è sempre importante un analisi del personaggio, di quello che fa, degli errori, dei problemi, delle difficoltà che stanno dietro un’inspirazione di riforme come quelle di questo Papa. Francesco non è solo sorridente, la vita fuori e dentro la chiesa è fatta di nodi; lui parla liberamente, ma dietro questo modo semplice di parlare c’è un pensiero complesso. Francesco ha una personalità comunicativa ma anche introversa, che ama molto il silenzio”.

Non un papa monarca, non una sorta di imperatore, ma un vescovo: così si presenta ai fedeli Francesco. “Si sente più come un discepolo di Cristo, che nelle strade della Galilea incontrava tutti. E Francesco simbolicamente cammina nelle strade del mondo. Il suo secondo punto è rimodellare la chiesa, non come organizzazione gerarchico/burocratica ma come una comunità. Il terzo punto è rilanciare il nocciolo dell’annuncio cristiano, cioè il Vangelo come messaggio di amore per salvare ed aiutare le persone nei loro drammi della vita quotidianità. La chiesa non deve essere una dogana. E questo Papa non è sicuramente un buonista, ma è quello che ha scomunicato la mafia”.

Dopo aver ripercorso la vita dell’attuale Pontefice e le sue scelte, che lo hanno portato a conquistare la simpatia della maggioranza del mondo dell’informazione, Politi ha anche evidenziato come il movimento di delegittimazione nei confronti di Francesco sia sempre attivo ed abbia un unico obiettivo: “che non ci sia un Francesco II”. Diversi i giornalisti, quindi, che si sono lentamente scoperti difensori della tradizione, posizionandosi contro il Pontefice e criticandolo sistematicamente.

Un Francesco che, però, ha compreso subito l’importanza della comunicazione, con un staff che segue il suo account Twitter ed una presenza costante anche sui media più tradizionali. “Durante i viaggi internazionali – ha detto Politi – risponde volentieri alle domande dei giornalisti, è sempre molto aperto”.

Quindi, da parte di Bergoglio non solo l’interesse “per la situazione concreta dell’individuo”, come ha affermato lo stesso giornalista, ma anche un’attenzione al ruolo svolto dai mezzi di comunicazione per veicolare, a volte in maniera dirompente, posizioni e riflessioni su temi come gli abusi da parte dei parroci, l’aborto, l’immigrazione e, soprattutto, la crescente forbice tra ricchezza e povertà.

 

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