di Alessandro Giacopetti
Parte dall’area archeologica del santuario ellenistico romano de La Cuma a Monterinaldo l’iniziativa Cumateatro, con cui il Comune della Valle dell’Aso intende coinvolgere le scuole marchigiane di ogni ordine e grado. In programma il 26 e il 27 maggio proprio nell’area archeologica, il “Festival teatrale delle scuole” prevede la partecipazione anche di gruppi teatrali universitari e scuole d’arte drammatica delle Marche, con spettacoli di loro produzione.
Cumateatro prevede l’incremento della mobilità e dell’interscambio dei giovani sul territorio in un più ampio piano comune di sensibilizzazione delle istituzioni nazionali, associazioni e imprese, oltre a tutta la collettività della regione, per unire gli sforzi verso il rilancio del sistema produttivo attraverso la cultura e l’arte.
Il Comune di Monterinaldo sarebbe lieto se da questa sua iniziativa prendessero vita molteplici progetti virtuosi allo stesso scopo, in tutti i settori. Il Festival sarebbe così una delle varie possibilità per il territorio, non solo di rinascere, ma di ricominciare a crescere.
Il progetto Cumateatro spera di poter crescere nel tempo, sostenuto da realtà locali, amministrative ed economiche, per attivare una rete di interscambio tra la regione e i giovani di oggi e di domani, sensibilizzandoli ad un futuro più attento al patrimonio materiale e immateriale di una terra e del suo popolo.
Nella media Valle del fiume Aso si trova il sito archeologico La Cuma. Il maestoso portico, le colonne di tufo, scavato nella stessa terra su cui poggiano le secolari pietre dell’area sacra del tempio degli antichi dei, fanno di queste colline un luogo suggestivo, che ora gli organizzatori di Cumateatro intendono far riscoprire.
Una nuova campagna di scavi è, infatti, iniziata e sta portando alla luce monumenti e simulacri degli antenati in base ad una convenzione tra Comune di Monterinaldo e l’Università di Bologna, con la collaborazione della Soprintendenza regionale delle Marche, con studenti, alcuni di loro marchigiani che studiano a Bologna, assieme a quelli dell’Università di Camerino e del Liceo Classico di Ascoli. Arriva dopo una fase di studio negli archivi per capire le varie fasi che l’area archeologica ha attraversato nel passato recente, e ciò che è stato rinvenuto, così da poter agire in maniera sinergica e accrescere le nozioni su La Cuma.
Dalle rovine della Cuma, secondo gli organizzatori di Cumateatro, possono nascere prolifiche iniziative di ricerca e di studio, di bellezza e di storia, per recuperare la tradizione atavica del rito collettivo.
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