di Andrea Braconi
Piena condanna da parte della Pro loco e dell’Amministrazione comunale di Altidona per il gesto compiuto in occasione del Carnevale dal vice sindaco di Pedaso Carlo Maria Bruti, dall’assessore Maria Grazia D’Angelo e dal consigliere Giuseppe Galasso che hanno posizionato una bandiera con lo stemma del loro Comune sul belvedere della stessa Altidona. I tre, insieme ad altre persone, durante la manifestazione (organizzata anche insieme al Comune di Campofilone, ndr) hanno anche inneggiato alla conquista del borgo pubblicando su Facebook la loro “impresa”, salvo poi rimuovere il post alla prima ondata di critiche.
“Un gesto – hanno sottolineato Pro Loco e Comune di Altidona sempre su Facebook- che ha offeso una collettività che li ha ospitati ed accolti con il pieno spirito di collaborazione che ci contraddistingue, per una festa che doveva rappresentare un momento di divertimento e di svago per famiglie e bambini. Non si tratta di vecchio e becero campanilismo ormai superato da decenni, ma di rispetto degli altri. Riteniamo che tali comportamenti non possono essere derubricati a semplice goliardia e che il ruolo di amministratore imponga un senso di responsabilità diverso”.
Di pagina in pagina, l’Amministrazione comunale di Pedaso ha provato a ricucire, scrivendo un messaggio di chiarimento. “Ci spiace rilevare che l’impegno profuso dalla Pro Loco e dall’Amministrazione di Pedaso non sia stato riconosciuto ma si è voluto fraintendere un momento scherzoso e che altro non era se non la conferma di una sinergia tra i tre Comuni, i quali collaborano ormai fattivamente sul piano amministrativo in molti e sempre più numerosi settori: dagli eventi culturali (vedi le riuscitissime stagioni teatrali), alla scuola e alla gestione di alcuni servizi pubblici. Una sinergia e unità che ci hanno fatto confidare di poter simpaticamente sorridere e ironizzare su vecchie e (credevamo) ormai superate rivalità campanilistiche. Se alcuni si sono sentiti offesi da una performance, ovviamente e chiaramente carnevalesca, ci dispiace e ci scusiamo sinceramente, ma, in tutta onestà, non abbiamo mai pensato che un gesto palesemente scherzoso,compiuto così “conciati”,alla luce del sole e per giunta alla contestuale presenza in piazza di tutte le altre autorità civili, potesse in qualunque modo recare affronto ad un paese amico come Altidona. L’intenzione non era certo quella di offendere qualcuno o mancare di rispetto ad un Paese con il quale stiamo condividendo molto e con il quale abbiamo in cantiere molti progetti comuni”.
Ma le spiegazioni degli amministratori pedasini non sono andate giù all’ex sindaco Barbara Toce. “Le goliardate di Carnevale si possono fare e si debbono fare, ci mancherebbe altro. Ma bisogna sempre ricordarsi del ruolo che uno ricopre. Questi sono gesti che possono ferire, come avvenuto puntalmente, o incrinare i rapporti tra amministratori costruiti attraverso un lungo e serio confronto. Occorre capire che il ruolo impone dei comportamenti corretti e confacenti a quello per cui uno è stato votato e per cià che rappresenta in quel momento. Quella di Altidona non era una festa privata, ma un Carnevale organizzato da tre Comuni, tra cui Pedaso, e vice sindaco, assessore e consigliere erano lì a rappresentare la nostra città. Qui non si tratta di essere bacchettoni, come qualcuno vuol fare intendere per giustificare l’ingiustificabile; qui si tratta di comprendere a pieno ruoli e responsabilità. E purtroppo, da quello che ho letto, anche dalle scuse che gli attuali amministratori di Pedaso hanno riportato fanno capire di non aver capito la gravità del gesto, portato avanti addirittura con tanto di bandiera con lo stemma di Pedaso”.
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