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Gentiloni a Fermo nessun dialogo
coi giornalisti dietro le ‘sbarre’

Che la politica sia cambiata è sotto gli occhi di tutti ma oggi a Fermo abbiamo avuto semplicemente la conferma. Essere un politico non significa più incontrare la gente, rispondere alle domande, dialogare, confrontarsi.

 

di Nunzia Eleuteri

Che la politica sia cambiata è sotto gli occhi di tutti ma oggi a Fermo abbiamo avuto semplicemente la conferma. Essere un politico non significa più incontrare la gente, rispondere alle domande, dialogare, confrontarsi. Essere un politico oggi significa fare semplicemente sfilate. Come le modelle che, notoriamente, appaiono ma non parlano. E così il premier Gentiloni è venuto a Fermo ma non si capisce bene quale fosse lo scopo se non quello di “farsi vedere”. In piazza del Popolo, infatti, si è persino negato ai giornalisti relegati dietro transenne mentre i cittadini potevano circolare liberamente. In compenso in piazza nessuna spinta per incontrare il premier. Che Gentiloni sia venuto a visitare Fermo per toccare con mano le ferite del sisma proprio ora, in campagna elettorale, la dice lunga.

Il premier ha poi raggiunto il prestigioso Istituto Montani per tagliare un bel nastro tricolore all’inaugurazione di uno strumento tra i più evoluti nelle scuole (leggi articolo).

Anche qui i giornalisti hanno aspettato con garbo il loro turno, come solitamente accade, per fare qualche domanda. Ma invano… Quali sono i timori di un candidato che oltretutto non ha nulla da perdere visto che sarà sicuramente eletto grazie a questa meravigliosa legge italiana che non ci permette di scegliere?

Non c’è più bisogno di rispondere ai giornalisti perché non c’è più bisogno di relazionarsi con la gente. Questo è il risultato di una legge elettorale che prevede candidati catapultati nei collegi in cui possano essere garantiti senza doversi guadagnare fiducia. I posti più sicuri sono stati assegnati mentre quelli in cui c’è da rischiare sono stati affidati a chi deve sudare sette camicie per raccogliere consensi… Allora non resta che augurare buon lavoro a chi in questi giorni avrà il buon cuore ed il buon senso di incontrare gli elettori, ascoltare i loro problemi e le loro proposte per poi continuare a seguirli da Roma, tornando a parlare qui e a raccontare cosa stiano facendo per loro.

 

 


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