facebook twitter rss

La vedova Winchester: quando le armi creano fantasmi

Print Friendly, PDF & Email

di Giuseppe Di Stefano

Oggi nei cinema italiani esce il nuovo film diretto dai fratelli Michael e Peter Spierig (“Predestination“, “Jigsaw“) “La vedova Winchester”.

Il thriller soprannaturale, basato su fatti realmente accaduti, racconta la storia di Sarah Winchester, nota per aver ereditato dal marito la celebre impresa di armi da fuoco Winchester.

La donna, a seguito della morte di suo marito e di suo figlio, si trasferì da New Haven a San Jose in California e trascorse tutto il resto della sua vita ad impiegare la fortuna ereditata per costruire un’enorme tenuta di sette piani con tortuosi corridoi e passaggi che non portavano da alcuna parte. Si trattava semplicemente di un’eccentrica ricca con troppo tempo e denaro a disposizione? Oppure qualcos’altro l’ha costretta a trasformare la sua casa in un confuso labirinto attraverso un perpetuo lavoro in corso?

La leggenda vuole che la vedova, temendo di essere perseguitata dalle anime delle persone uccise attraverso i fucili dell’azienda, diede vita a questa imponente magione di quasi 500 stanze, in modo da offrire alloggio agli spiriti che, in tal modo, l’avrebbero risparmiata.

Il film, girato nella reale Winchester Mystery House (ad oggi luogo di destinazione turistica), è ambientato nel 1906 e si apre con l’introduzione della figura del Dr. Eric Price (Jason Clarke), uno psicologo di San Francisco chiamato a valutare lo stato di salute mentale di Sarah Winchester (Helen Mirren), nella speranza che venga dichiarata inadatta a guidare la compagnia ereditata dal marito. Infatti, il suo progetto perennemente in corso d’opera e la sua abitudine di vagare per le tortuose sale a tutte le ore completamente vestita di nero funebre (ancora in lutto per le premature morti del marito e del figlio), come se fosse essa stessa un’apparizione, hanno preoccupato il consiglio aziendale per il suo benessere – o forse solo allettato dall’opportunità di strappare la sua quota del cinquanta percento della compagnia. Anche se arriva in carrozza come Gary Oldman in Dracula di Bram Stoker, completo di occhiali scuri e sfarzoso cappello, Price è un razionalista testardo (“Non credo in nulla che non possa vedere”, dichiara) e naturalmente risponde con scetticismo all’insistenza di Sarah nel sostenere di essere maledetta e perseguitata dagli spettri. Ma poi anche il dottore inizia ad essere suscettibile alle cupe visioni della casa, nonostante la sua debolezza per alcol e oppio renda inizialmente non chiaro se i fantasmi che sta vedendo siano autentiche visioni o semplici fiabe della sua immaginazione drogata.

Man mano che il tempo passa, si arriva a capire che uno dei “visitatori” di Sarah cerca vendetta perché i suoi fratelli sono morti in battaglia per mano della produzione Winchester. Il film avanza dunque tra pattini a rotelle che si muovono da soli, ghul che compaiono negli specchi, armadietti tremanti, corridoi poco illuminati, mostri sotto al letto e uno spettro che per vendetta inizia a possedere Henry (Finn Scicluna-O’Prey), pronipote di Sarah, mentre lei, ancora, non si scompone e rimane solitaria come da sua reputazione. La sensazione che però si ha, dopo un po’, è che le “sorprese” diventino come un orologio, prevedibili, proprio come il suono della campana di mezzanotte di Sarah (e anche il finale).

Sebbene l’ottima regia di Predestination non riesca ad essere replicata in La vedova Winchester, la commistione tra fantascienza e verità storica è senza dubbio l’elemento più riuscito del film, decisamente impreziosito dalla poliedricità di una grande Helen Mirren.


© RIPRODUZIONE RISERVATA


Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




Gli articoli più letti