di Andrea Braconi
Paolo Calcinaro è abituato a esprimere in maniera chiara le proprie idee. Da avvocato prima e da sindaco oggi, sa come e quando mediare, così come conosce il momento giusto per far passare messaggi. E sulla gestione post sisma ha scelto la platea di Tipicità, nello specifico il corso di formazione per giornalisti, per toccare un nervo scoperto: la guerra di posizione in atto tra amministratori.
“Siamo arrivati a ritenere che una cosa in più che ottiene il mio collega rischia di indebolire la mia posizione – ha rimarcato -. È una cosa che inizio a percepire in maniera più forte e non è certamente un bel segno”.
È ad Ascoli Piceno, in occasione di un incontro sulle risorse per la ricostruzione dei beni ecclesiali che Calcinaro, suo malgrado, ha avuto modo di toccare con mano la situazione. “Fermo ha avuto 16 chiese del centro storico chiuse dopo il sisma, qualcuna anche fuori. Una delle prime ad essere state chiuse è stata la Chiesa della Misericordia. A fronte del mio intervento c’è stata una lamentela da parte di un sindaco dell’interno, che vedeva comunque finanziate 5 chiese del suo paese. Si lamentava dicendo: “Allora anche Fermo chiede i danni!”. Ecco, questo è il segno deteriore del post sisma: perdere l’idea che è stato un terremoto che ha colpito l’intera regione, perdere l’idea che si riparte da un punto di vista di attrattività non solo con il recupero del Palazzo dei Priori, ma anche con quello del Santuario della Madonna dell’Ambro, un segnale quest’ultimo positivo anche per la stessa Fermo”.
Posizioni che si trascinano dietro conseguenze pesanti. “Il rischio è di pensare ognuno per la propria realtà, perdendo di vista il territorio. Ed è un rischio che non so come poter evitare. Servirebbero regole più certe e più eque, da punto di vista della governance bisognerebbe riportare al centro dell’analisi alcuni aspetti. Oggi serve tirare una riga, vedere qual è la zona ancora disastrata e quella che sta ripartendo, poi da lì agire con politiche tarate su queste due condizioni. Allora, forse, riusciremo a riprendere noi amministratori umanità nei nostri rapporti”.
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