di P.Pier
Gli chalet affondano. La serata di domenica ha riservato un’amara sorpresa agli stabilimenti balneari del lungomare Faleria di Porto Sant’Elpidio. Una mareggiata violenta e improvvisa ha sferzato gli stabilimenti balneari, divorato la terra fino alle fondamenta delle strutture, affossato i sacchi di ghiaia posizionati a protezione della costa, sollevato la pavimentazione. Danni per decine di migliaia di euro alle concessioni balneari, che da anni combattono con un’erosione che prima ha divorato completamente la spiaggia, fino a mettere a rischio i locali.
Una delle situazioni più critiche si registra al Kookà. “E’ iniziata ieri sera tra le 22.30 e le 23 – racconta il personale del locale – La serata andava verso la conclusione e le onde sono arrivate a ridosso dello chalet”. Il titolare Gianluca Smerilli ha poca voglia di parlare: “Non c’è molto da commentare, le parole servono a poco, basta guardare qua fuori. Non possiamo fare nulla, prima poi il mare ci porta via. La concessione demaniale però dobbiamo continuare a pagarla”. Fuori lo scivolo ed i giochi per bambini sono rimasti sospesi nel vuoto e sono legati a delle corde per evitare di finire in acqua. Diverse travi della palizzata esterna sono cadute perchè la terra su cui poggiavano è stata inghiottita dalle onde. Anche diversi pezzi della piastrellata sono stati danneggiati. Di un’ottantina di centimetri il dislivello tra lo stabilimento e la riva.
Non va meglio allo chalet Salè, da anni tra le concessioni più devastate dall’erosione. Si notano pali in legno abbattuti, tavoli e sedie spaccati dalle onde. A dura prova anche lo Storione, chiuso causa erosione per tutta l’invernata e ripartito appena pochi giorni fa. Danni anche al Pepe Nero, che in genere si era sempre salvato ed aveva subito danni inferiori rispetto ad altre strutture. “Stavolta il mare è arrivato a danneggiare la pavimentazione – commenta il titolare Andrea Di Santo – Ho l’impressione che gli interventi adottati abbiano finito per peggiorare la situazione”. Ovunque i sacchi di ghiaia sono sprofondati e sono quasi sommersi dalla sabbia.
Se ne sono andati quasi due mesi dall’incontro al Konkobà con amministratori e tecnici regionali per chiedere interventi urgenti capaci di arginare una situazione ormai compromessa. L’incontro si era concluso con l’impegno ad inserire le scogliere emerse nel piano di spiaggia, ma senza alcuna ipotesi sulla tempistica di realizzazione dei lavori. Si era sbloccato il problema burocratico per consentire il posizionamento dei sacchi, si era ragionato infine sulla possibilità di consentire lavori di somma urgenza per piazzare blocchi di cemento o scogli a ridosso degli stabilimenti, questione che si sarebbe dovuta approfondire nelle settimane a seguire. “Per quando arriverete ad intervenire, noi non ci saremo più” era stato l’amaro commento di alcuni operatori. Parole che ad ogni nuova mareggiata suonano profetiche.
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