di Andrea Braconi
Una data simbolica, quella del 14 marzo. Nel 1858, infatti, venne aperto il primo sportello della Cassa di Risparmio di Fermo. E dopo 160 anni, l’istituto di credito fermano ha voluto presentare ad istituzioni, stampa e cittadini il progetto di restauro conservativo e di adeguamento sismico del Santuario della Madonna dell’Ambro.
“È una sfida forte che la banca locale ha voluto intraprendere – ha commentato il presidente della Carifermo, Amedeo Grilli – per mostrare e far capire che si può ripartire da dove si è irradiata questa energia che ha messo in ginocchio più regioni. Monsignor Conti aveva condiviso questo progetto e monsignor Pennacchio lo ha voluto portare avanti e consolidare”.
LE TAPPE
Il 30 giugno 2017 la Carifermo era stata chiara: l’obiettivo era prendere un immobile e recuperarlo, “per far vedere che si può ripartire”. “Lo abbiamo fatto con una tecnologia d’avanguardia messa in campo dall’impresa Alessandrini e grazie alla Mapei, che produce materiale per il restauro. È un segnale da un luogo in cui deve ripartire la speranza per un territorio troppo colpito. Nell’agosto 2017 abbiamo iniziato le campagne di rilievo per la progettazione, il primo settembre è stata firmata la convenzione con l’Arcidiocesi di Fermo e nello stesso mese c’è stata la presentazione delle linee progettuali al presidente della Regione Ceriscioli. Il 24 gennaio 2018 è stato presentato il progetto al Comune di Montefortino, che il 5 febbraio lo ha approvato. Il 15 febbraio c’è stata la firma con l’impresa Alessandrini e il 19 febbraio hanno preso il via i lavori. Dicembre 2018 è il termine previsto per l’ultimazione dei lavori”.
IL GRAZIE DELLE AUTORITÀ
“Esprimo la mia gratitudine alla Carifermo – ha dichiarato monsignor Pennacchio – che rende tangibile in questo modo la propria vicinanza al territorio. È superfluo precisare che luoghi di culto così importanti non hanno una rilevanza solo religiosa, come se questa potesse essere distaccata dalla vita di tutti i giorni. Quando il divino incontra l’umano diventa un tutt’uno, intorno a questa esperienza possiamo dire che è la promozione delle persone che viene incoraggiata. Perché intorno a questo santuario c’è la cultura millenaria di un popolo e intervenendo sul ripristino si dà non solo un segnale di speranza ma anche di valorizzazione dell’umano, di quel patrimonio di storia e di cultura che si è tramandato per secoli. Come ente proprietario siamo ben contenti di poter in breve tempo ritornare a vivere in questo luogo. La notte di Natale vorrei celebrare qui la messa di mezzanotte, se i frati me lo consentiranno”.
“Sono felice per quello che stiamo vivendo oggi – ha commentato il prefetto Maria Luisa D’Alessandro -. Le cose sono più belle se si raggiungono insieme, con una forte relazione umana, e questo aspetto lo trovo particolarmente vivo in questo territorio. Il sindaco Ciaffaroni ha diritto ad avere nel suo territorio questo grandissimo santuario, che, in un posto così remoto, attrae tantissimo turismo. E poi monsignor Pennacchio, che penso sia capitato qui in una sorta di disegno divino, con la sua apertura che darà un significato ulteriore a quello che la banca sta facendo per recuperare un simbolo”.
“Oggi è una bellissima giornata per le Marche, per i Sibillini, per Montefortino – ha chiosato il sindaco Domenico Ciaffaroni -. I primi ringraziamenti vanno all’impresa Alessandrini e all’ingegner Dezi. Un grazie soprattutto a chi ha garantito la sicurezza e che i beni non venissero depredati. Un grazie anche alla Prefettura, sempre vicina. Un grazie particolare va all’Anas, che ci permetterà la messa in sicurezza della strada per arrivarci. Un altro grazie va alla Regione Marche, sempre vicina con il suo presidente e i suoi funzionari. La rinascita non può non passare attraverso lo sviluppo economico, dotando questo territorio di infrastrutture fondamentali, come l’ammodernamento della 210 promesso da Ceriscioli, che è una persona seria e che manterrà la parola data. Ma il grazie più grande di tutti va alla Carifermo, da parte di tutta la comunità marchigiana. Speriamo che con questo Santuario rinasca un intero territorio. Da oggi noi mandiamo un segnale importante”.
“La mia presenza è la testimonianza della partecipazione del presidente Ceriscioli a questo progetto, oggi impegnato nel Consiglio regionale – ha spiegato il dirigente della Regione Marche, Raimondo Orsetti -. Accanto ad una ricostruzione materiale c’è assolutamente la necessità di ricostruire le comunità. E questa realtà ha un carattere fortemente identitario. Il territorio dei Sibillini va ricostruito e l’impresa Alessandrini che curerà il progetto è un’eccellenza marchigiana conosciuta per professionalità e serietà quindi il santuario è in buone mani. Sicuramente l’intervento della Cassa di Risparmio di Fermo è stato determinante. Un istituto bancario che è decisamente un esempio di vicinanza al territorio per le sue prospettive future”.
Ringraziamento alla Carifermo ripetuto anche dal vice presidente della provincia, Stefano Pompozzi, che ha anche rimarcato la caparbietà del sindaco di Montefortino che ha consentito in tempi brevi la partenza del progetto di ricostruzione.
LA VOCE DELLA BANCA
Per la Carifermo è intervenuta l’amministratore delegato Alessandra Vitali Rosati, che si è detta orgogliosa di “rappresentare le 380 persone che da giugno hanno corso un po’ di più, abbracciando l’obiettivo di sostenere questa bellissima iniziativa”. “Abbiamo lavorato per il bene comune – ha aggiunto – e per il rafforzamento della nostra bellissima identità: su questo si è basato l’entusiasmo di chi lavora in Carifermo. E così questo impegno economico è diventata una fantastica opportunità. Noi basiamo il nostro impegno non su percentuali di fatturato ma su ciò che è veramente rilevante: la vita delle persone che vivono qui e che devono avere la speranza per un domani che non può essere messo in discussione”.
IL PROGETTO
Un progetto che ha avuto difficoltà e imprevisti, come sottolineato dallo stesso presidente Grilli, che sono stati però risolti tempestivamente grazie ad un equipe di professionisti composita. A partire dall’architetto Giulia Alessandrini, che, partendo dalla storia del santuario, ha spiegato come i rilievi laser scanner abbiano permesso di elaborare dei rilievi di dettaglio, per un progetto che ha come obiettivo “quello di mettere in totale sicurezza il santuario, tutelando tutti gli aspetti storico-artistici presenti”.
L’ingegner Diego Damen si è occupato della progettazione strutturale per il miglioramento sismico, illustrando gli interventi predisposti per eliminare le vulnerabilità riscontrate.
Tra i protagonisti anche il professor Luigino Dezi della Politecnica delle Marche, che ha effettuato i sopralluoghi e partecipato alle indagini sulla struttura. Nel suo intervento Dezi ha evidenziato come la parte centrale della struttura in conseguenza del sisma abbia riportato una fessura molto profonda, con cedimenti della volta nell’ordine dei 10-15 centimetri e che l’hanno portata al limite del collasso.
Per la Sovrintendenza l’architetto Domenico Cardamone ha ribadito come ci si stia avvicinando ad affrontare la ricostruzione ed il miglioramento sismico delle strutture. “Oggi bisognerebbe tipicizzare tutto quello che è accaduto sui fabbricati – ha detto -. Questa è una giornata particolarmente significativa ma vorrei mandare un messaggio in due parti: quello che accadrà, la scadenza che ci siamo tutti posti è stata fortemente voluta dai cittadini e dalla caparbietà del sindaco; la seconda va all’opera certosina che ha sempre fatto nel territorio la Fondazione Carifermo”.
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