Quattordici stazioni attualizzate in quattordici “provocazioni” per i giovani, testimonianze e canti che hanno arricchito la riflessione personale, una croce vuota che si riempie di luce: questo è stata la Via Crucis vissuta ieri sera al ricreatorio San Carlo da più di 50 giovani intervenuti. “La minaccia della pioggia (arrivata intorno a mezzanotte) ha obbligato un cambio di “location” ma – riferisce don Michele Rogante – sicuramente la cappella del San Carlo ha favorito un’atmosfera intensa ed emozionante: un clima di preghiera unico che ha permesso ai presenti di mettersi in gioco, lasciarsi interrogare, incontrare il Signore. A presiedere il momento, iniziato alle 21.30, è stato don Alfredo Giordani, parroco di Sant’Alessandro. Dopo il saluto iniziale, un susseguirsi di gesti, inviti, testimonianze, gestite dal gruppo giovani interparrocchiale (S. Domenico/S. Alessandro) che ha ideato la via crucis: la consegna di un lumino alla prima stazione, l’individuare un’occasione in cui ci si è lavati le mani come Pilato e gettare il foglio in un catino pieno d’acqua alla V° stazione, l’ascolto di alcune testimonianze (su don Pino Puglisi alla III° stazione, di un minore straniero non accompagnato scappato dal Ghana per persecuzione religiosa alla IV° stazione, di un detenuto della casa di reclusione di Fermo alla XI° stazione); e poi ancora canzoni, preghiere, l’invito alla VIII° stazione ad inviare un sms di ringraziamento a chi, i giovani presenti, hanno riconosciuto come il proprio Cireneo, per concludere con l’invito a deporre il proprio lumino acceso all’interno di una croce lì presente ma rimasta vuota fin dall’inizio, che all’improvviso è diventata croce di luce alla XIII° stazione, in cui si ricorda la morte di Gesù in croce, dono immenso di amore per ciascuno di noi. “Via libera” era il titolo scelto dai giovani che hanno ideato il momento di preghiera: davvero il percorso vissuto ieri sera al San Carlo è stato un momento di incontro con il Signore, l’unico che può renderci liberi! L’appuntamento è per il prossimo anno per quella che ormai, nella città di Fermo, sta diventando una tradizione consolidata”.
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