A sinistra Massimo Paci, tecnico del Montegiorgio, a destra Vincenzo Morreale, allenatore del Porto Sant’ELpidio
PORTO SANT’ELPIDIO – Il 6 gennaio del 2013 Massimo Paci scendeva a San Siro con il suo Siena per affrontare il Milan di Allegri nella 19esima giornata di Serie A (2-1 gol di Bojan Krkic, Giampaolo Pazzini e Michele Paolucci, attaccante civitanovese). Nello stesso giorno, alla stessa ora, il Montegiorgio giocava la sua ultima partita in assoluto al Ferranti di Porto Sant’Elpidio. Era la prima giornata di ritorno del girone B del campionato di Promozione e finì 0 – 4 con le reti di Finucci, De Marco e la doppietta di De Angelis. Di fatto il Montegiorgio quell’anno vinse il campionato e per affrontare nuovamente il Porto Sant’Elpidio dovette aspettare altri cinque anni.
Massimo Paci protesta con l’arbitro Calvarese per il rigore concesso per il fallo in area di Felipe su Pazzini
Ed eccoci dunque ai giorni nostri. Dove, nonostante il Montegiorgio sia ancora capolista (pur non trattandosi più di Promozione bensì di Eccellenza), il risultato è stato diverso rispetto ad un lustro fa. Sabato infatti al Ferranti di Porto Sant’Elpidio si è consumata la quinta sconfitta stagionale della formazione rossoblù allenata da Massimo Paci.
Un insuccesso che ha avuto come discriminante principale l’espulsione dopo sette minuti della ripresa di Alberto Donnari. «Il rosso secondo me ha condizionato la partita – ha confessato Paci -. Noi già non stiamo vivendo un buon momento, poi rimanere in dieci ha spostato l’inerzia dell’incontro dalla loro parte. In questo momento non ci voleva, tuttavia andiamo avanti». Un Montegiorgio che privo del suo capitano nonché bomber, Gianluca Adami, è riuscito a fare ben poco in fase offensiva. «Sì è vero, zero tiri verso la porta di Melillo, ma penso che ci siano stati giusto due tiri dalle parti di Verdicchio: quello di Islami nel primo tempo e il gol di Ribichini. É un momento difficile, ma cercheremo di venirne fuori». Intanto il Gallo Colbordolo e il Porto d’Ascoli hanno accorciato a meno due e meno tre punti in classifica, sgretolando alcune certezze del Montegiorgio ed esponendo gli uomini di Paci ad un possibile contraccolpo psicologico. «Quello è inevitabile – ha commentato il tecnico rossoblu –. Non viviamo un buon momento e siamo una squadra giovane con 7/8 ragazzi di appena vent’anni, è molto difficile pensare che possano reggere mentalmente tutto il campionato. Io l’ho detto sin dall’inizio che non dovevamo vincere il campionato, siamo primi e ce lo siamo meritato quindi sputeremo sangue fino alla fine per vincere. Sapevamo delle difficoltà che avremo potuto incontrare ed eccole, non ci demoralizzeremo ma anzi andremo sempre forte fino alla fine».
Sicuramente di tutt’altro umore il Porto Sant’Elpidio di Vincenzo Morreale: in serie positiva da sette gare (cinque successi e due pareggi), mai sconfitto da quando ha cambiato guida tecnica e adesso per la prima volta in stagione fuori dalla zona playout. «La zona calda è ancora vicina, quindi ci godiamo questa vittoria prestigiosa ma cerchiamo di rimanere con i piedi per terra, senza guardare in alto, ma vedendo la classifica in maniera seria – ha sottolineato il tecnico rivierasco –. Abbiamo fatto ancora poco, si gioirà alla fine, ora si pensa già alla prossima in casa del Marina». Un Porto Sant’Elpidio facilitato nel portare a casa i tre punti dal rosso rimediato da Donnari ad inizio ripresa. Anche se all’andata sempre un’espulsione, quella di Di Nicolò, non aveva aiutato gli elpidiensi, anzi aveva dato il là alla reazione dei rossoblu. «Si è chiaro, con un uomo in meno il Montegiorgio si è abbassato un pochino, ma i ragazzi sono stati bravi. Sono contento soprattutto per Ribichini perché meritava il gol, è un ragazzo che lavora sempre, in silenzio, e sono davvero felice per lui». Se il Porto Sant’Elpidio continuerà a viaggiare a questi ritmi, non sembrerebbero preclusi nemmeno i playoff, ora distanti solo 6 punti, ma Vincenzo Morreale tiene i piedi ben saldi e non ci vuole minimamente pensare. «Pensiamo alla nostra realtà, senza azzardare o esagerare. Lavoriamo per la salvezza e ora come ora dobbiamo rimanere umili».
Leonardo Nevischi
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