di Pierpaolo Pierleoni
E’ passato un mese e di cittadini reporter contro le lucciole neanche l’ombra. Era il 20 febbraio quando il sindaco di Porto Sant’Elpidio Nazareno Franchellucci lanciava il progetto “Ripuliamo le strade della città”(leggi l’articolo). Un’iniziativa per alcuni coraggiosa, per altri incosciente, per molti inutile, tesa a dissuadere i clienti dal frequentare le prostitute che quotidianamente fanno mostra di sè lungo la Statale Adriatica. Allo scopo è stata creata un’apposita pagina Facebook, appunto “Ripuliamo le strade della città Pse”, sulla quale il primo cittadino si è impegnato a pubblicare, assumendosene tutte le responsabilità, a titolo personale e non istituzionale, filmati e immagini inviati privatamente dai cittadini che riprendevano clienti intenti nell’adescamento delle ragazze. L’idea era di segnalare le targhe dei veicoli alle forze dell’ordine e di inviare, risalendo ai proprietari dei veicoli, una lettera con l’ammonimento a non replicare tali comportamenti.
Non si può certo dire che la notizia sia passata sotto silenzio. L’annuncio di Franchellucci ha acceso un veemente dibattito in città ed ha calamitato su Porto Sant’Elpidio le attenzioni di media nazionali. Interviste, servizi, dibattiti giuridici sulla legittimità di un’azione del genere. E’ arrivata anche l’invettiva contro il sindaco dallo speaker de La Zanzara, Giuseppe Cruciani, che senza mezzi termini gli ha dato su Radio 24 del khomeinista.
Ad un mese di distanza, silenzio assordante. Di segnalazioni neanche l’ombra. Solo un video è stato pubblicato sulla pagina Facebook, all’indomani del lancio dell’iniziativa. Da allora non si sono più registrati aggiornamenti. La pagina, dal 24 febbraio, non viene più aggiornata. Probabile che nei primi giorni il tam tam mediatico abbia fatto da deterrente ai frequentatori e li abbia tenuti lontani dalla Statale, ma l’effetto si è esaurito in pochi giorni.
Sapeva Franchellucci di percorrere un sentiero impervio, lui per primo l’aveva definita una proposta borderline. Sapeva anche che senza il coinvolgimento della cittadinanza, non se ne sarebbe fatto nulla: “E’ chiaro che quest’iniziativa potrà funzionare se i nostri concittadini collaboreranno; dato che in molti manifestano indignazione per la piaga della prostituzione, mi aspetto che partecipino” diceva. Ma alla prova dei fatti, i cittadini di Porto Sant’Elpidio non hanno creduto nell’iniziativa. Paura di ritorsioni e rischi nell’improvvisarsi reporter di squillo e clienti? Sfiducia verso un progetto ritenuto inutile? Rispetto della privacy e timore di danneggiare qualcuno?Una sostanziale accettazione della prostituzione in strada? Le interpretazioni possono essere diverse. Di certo, dopo un mese, “Ripuliamo le strade” si è rivelato un buco nell’acqua.
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