Spostamento del Classico,
città e territorio spaccati
In 1255 hanno già detto no
Intanto il Comune nicchia

FERMO - Ed il Comune di Fermo che fa? L'impressione è che la sua amministrazione stia nicchiando un po' troppo su una vicenda che, per nulla secondaria, anima il confronto quotidiano della gente. Superata la soglia psicologica delle mille firme (sono 1255 quelle già raccolte in venti giorni), si punta dritti ad un altro obiettivo: 1500. Cresce il fronte del no allo spostamento del Liceo Classico A. Caro

 

di Sandro Renzi

Superata la soglia psicologica delle mille firme (sono 1255 quelle già raccolte in venti giorni), si punta dritti ad un altro obiettivo: 1500. Realisticamente raggiungibile in una settimana visto il trend. Il fronte del no allo spostamento  del Liceo Classico dalla sua sede storica di via Leopardi esulta. La petizione lanciata sulla piattaforma on line Change.org va a gonfie vele. A firmarla non sono solamente gli ex allievi, la petizione infatti piace anche qualche studente che sta frequentando la scuola. Fermo intanto si spacca tra chi vorrebbe una struttura nuova di zecca, in primis il comitato dei genitori, preoccupati per la sicurezza dei loro figli, e chi, oltre al fronte del no, si batte in città perché l’ultimo istituto superiore ancora presente nel centro storico non abbandoni la sua “dimora” ultra centenaria. Contro lo “spopolamento” scolastico sono scesi in campo personaggi noti della vita politica e della società civile del capoluogo. Tutti animati dalla convinzione che il Liceo A. Caro debba continuare a sopravvivere a due passi da Piazza del Popolo. In gioco, seppure a qualcuno può sembrare strano, c’è il tratto identificativo di una scuola che è cresciuta insieme alla città ed ha contribuito nei decenni a fare sì che Fermo si connotasse proprio come città di studi.

Mediare tra i due fronti così diversi non è semplice. Le istituzioni in questo caso non aiutano. La Provincia, dal canto suo, ha preso posizione ribadendo che il Liceo deve essere spostato anche in considerazione dello stanziamento di ben 6milioni di euro destinati a costruire una scuola nuova ma fuori dalla cinta muraria.  Concetto che la sua Presidente ha più volte rimarcato sgombrando il campo da dubbi. Ed il Comune di Fermo che fa? L’impressione è che la sua amministrazione stia nicchiando un po’ troppo su una vicenda che, per nulla secondaria, anima il confronto quotidiano della gente. Entrambi i fronti stanno aspettando che dal palazzo di via Mazzini si prenda una posizione altrettanto chiara sulla querelle, ben consapevoli che da un punto di vista burocratico le competenze e l’ultima parola spettano proprio alla Provincia. Si attende insomma che l’amministrazione Calcinaro “batta un colpo” in mancanza del quale sarebbe legittimo chiedersi se la linea assunta dal comune, rispetto alla decisione presa dalla Provincia, non sia quella del “qui tacet consentire custodit” ovvero chi tace acconsente.

 


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