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«Torniamo a vivere i Sibillini
con consapevolezza»: la voce
dei carabinieri forestali del Parco

MONTEFORTINO - Indicazioni di Giuseppe Lappa, comandante della stazione carabinieri forestali Parco di Montefortino. Controlli a tutto campo, anche sul bracconaggio

di Andrea Braconi

Muove lo sguardo verso la gola dell’Infernaccio, ripercorrendo la memoria di oltre 20 mesi scanditi da scosse e innumerevoli responsabilità. Venti mesi complicati, durante i quali i carabinieri forestali non hanno mai fatto mancare il loro apporto alla comunità di Montefortino e a tutto il comprensorio montano. Giuseppe Lappa, maresciallo comandante del Comando Stazione Carabinieri Parco di Montefortino, affiancato dall’appuntato scelto Piergiovanni Marco e dall’appuntato Roberto Innamorati, mantiene il piglio della divisa, ma dentro di sé ha già iniziato a scrivere una nuova pagina: si riparte, tutti insieme. E il simbolo di questa nuova direzione è la revoca dell’ordinanza del sindaco Domenico Ciaffaroni, che dallo scorso 13 aprile ha di fatto riaperto l’accesso alla gola.

Comandante, che giornate sono state quelle immediatamente successive alle scosse del 24 agosto 2016?

“Il nostro ruolo è stato quello di essere da subito vicini alle popolazioni, soprattutto dove si erano registrati crolli e lesioni importanti. In certi casi abbiamo anche dato un supporto morale, specialmente nelle aree rurali dove la gente era molto colpita.”

Vi siete ritrovati subito impegnati anche sul fronte Infernaccio.

“Si è presentato il problema di chiudere il transito a pedoni e automezzi. C’era il discorso della caduta dei massi, molto pericolosi, e ci siamo adoperati immediatamente con le autorità per cercare di tamponare questa emergenza. Il tratto Valleria a Capotenna è già abbastanza insidioso, è stato chiuso immediatamente con ordinanza del sindaco per poi iniziare a mettere in sicurezza le aree. Ci sono poi stati successivi sopralluoghi, mirati a cercare di verificare quelle che erano le criticità formate con il sisma. Insieme al sindaco e alle varie autorità si è ritenuto di allungare i tempi di chiusura fino allo scorso 13 aprile, ma oggi si ha la possibilità di tornare ad usufruire di questi posti.

Bisognerà, comunque, proseguire l’attività di monitoraggio.

“Gli eventi sismici non sono del tutto cessati e occorre rimanere vigili. Ci sono state diverse frane dal 24 agosto 2016 in poi, ma è una situazione che da sempre ha avuto una certa criticità, considerate anche le pareti a spiovente. Per questo è importante monitorare le aree, cercando di salvaguardare in primis l’incolumità delle persone.”

Resta però in vigore l’ordinanza dell’Ente Parco.

“Intanto diciamo che con gli automezzi si arriva fino a Valleria, dove c’è lo sbarramento. Da lì si prosegue solo a piedi. Per quanto riguarda i sentieri, ci sono competenze del sindaco e altre dell’Ente Parco, pertanto lo stesso Parco ha ritenuto di mantenere l’ordinanza di chiusura al transito delle persone dal bivio che sale verso l’Eremo di San Leonardo fino a Capotenna, per intenderci il sentiero che porta al laghetto formatosi dopo il terremoto.”

Il terremoto, per voi, ha sì richiesto una presenza costante, ma anche un forte impegno dal punto di vista emotivo.

“Non è sempre facile andare nei giorni successivi a sostegno di quelle persone che da un punto di vista di salute hanno dei problemi: cercare di procurare e portare a domicilio farmaci è un qualcosa che prescinde dalle competenze che uno ha ma che da il senso della situazione. Inoltre, siamo riusciti da subito ad organizzare una struttura di ricovero. Il problema è sorto successivamente in maniera maggiore perché si avvicinava la stagione invernale e siamo riusciti a creare una sorta di villaggio tende all’interno di un capannone dismesso di un’area industriale, una cosa voluta fortemente dal sindaco Ciaffaroni e molto apprezzata. Così, l’inverno è stato così superato senza grossi problemi.”

Una macchina, quella dei soccorsi e degli aiuti, che ha visto coinvolte tante realtà.

“Da subito si è messa in moto la macchina della Protezione Civile locale, poi sono arrivate squadre da altre parti d’Italia. Sotto la direzione del sindaco la situazione è stata affrontata in maniera ottimale e senza problemi, con il personale sufficiente a svolgere le attività necessarie. Noi abbiamo cercato di fornire servizi in sovrannumero rispetto all’ordinario.”

Con un totale di ore impossibile da quantificare.

“Sì, anche perché nei giorni successivi al 24 agosto 2016 abbiamo dovuto sopperire a tante situazioni diverse.”

Oggi, anche grazie al ritorno lungo i sentieri, si parla di ripartenza.

“Tornare a fruire di un sentiero come l’Infernaccio significa anche tornare a generare economia in queste aree colpite. Noi, stando sul territorio e cercando di garantire la presenza a sostegno sia delle popolazioni locali che degli escursionisti, cercheremo di essere presenti anche in maniera più sistematica e con un numero di servizi maggiore. E nel caso si dovesse creare un’esigenza, possiamo contare sull’apporto di colleghi che stanno a poca distanza da noi. Specialmente nella stagione estiva, quando può crearsi più bisogno, c’è il cosiddetto servizio consorziato con un abbinamento tra due stazioni per andare incontro alle esigenze reali e dare una risposta puntuale, stando sul territorio più tempo possibile.”

Un invito a chi fruirà dell’area, considerate le condizioni?

“In linea di principio la montagna ha degli indici di pericolosità più alti rispetto alle zone a valle. E questo è noto, indipendentemente dal terremoto. Il consiglio che mi sento di dare è che quando si va in montagna bisogna farlo equipaggiati nella maniera giusta, cercando di affrontare i sentieri che più si addicono a quelle che sono le conoscenze e anche le possibilità fisiche, per evitare di ritrovarsi in situazioni poco piacevoli quando uno poi magari ha con sé dei bambini. Per questo motivo l’Ente Parco è riuscito a strutturare l’area ricavando dei sentieri con degli indici di difficoltà diversi”.

E per avere notizie sulla situazione in tempo reale?

“Intanto informarsi in primis su quali sono i sentieri percorribili. Rimangono le regole di base, sempre e comunque.”

Ma l’informazione da chi deve essere data?

“La più certa è bene assumerla dalle istituzioni che stanno sul posto e quindi è sufficiente fare una telefonata in Comune e alla Protezione Civile, oppure presso le nostre sedi, per avere una risposta completa e corrispondente alla situazione. Inoltre, c’è il sito del Parco con le mappe in continuo aggiornamento. In vari siti web la variazione che ci può stare nell’arco di 24 ore non sempre viene registrata tempestivamente, quindi è meglio accertarsi direttamente.”

Parliamo di voi e di come organizzate i vostri servizi.

“Ad oggi a Montefortino è rimasta la stessa sede e siamo 4 uomini, me compreso. Operiamo nell’arco delle 12 ore, con un turno mattutino ed uno pomeridiano, ma nell’esigenza immediata siamo comunque reperibili e nel caso ci siano esigenze particolari c’è una pattuglia pronta a fare il turno notturno.”

Su quale territorio avete giurisdizione?

“La nostra giurisdizione sta all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e abbraccia sia il Comune di Montefortino che di Amandola, dove c’è una stazione di Carabinieri Forestali che opera fuori Parco nei Comuni di Amandola, appunto, e la stessa Montefortino.”

I servizi, dicevamo.

“Il servizio dentro e fuori Parco è lo stesso: tutelare l’ambiente in senso generale. Poi all’interno del Parco vanno ad affiancarsi alcune attività prettamente portate dall’Ente Parco, perché funzionalmente dipendiamo anche dal Ministero dell’Ambiente. Facciamo censimenti di fauna e flora, ci occupiamo di educazione ambientale a scuole o gruppi dietro richiesta. Abbiamo dei regolamenti disciplinati dal Parco che mirano ad un’attività di rispetto più incisiva verso l’ambiente. Nella legge 394/1991 che va a tutelare l’interno del territorio del Parco si esplicitano diversi aspetti. In questa zona, per fare un esempio, è vietato anche raccogliere un fiore e questo la dice lunga sul fatto che sia un’area prettamente naturalistica e protetta. Noi siamo nel territorio proprio per far rispettare queste regole. C’è anche il discorso di divieto assoluto della circolazione di veicoli a motore sui sentieri all’interno di determinate aree. Poi c’è la salvaguardia del bosco, indipendentemente se sia all’interno o fuori Parco.”

Altro aspetto è quello del bracconaggio.

“Possiamo dire che in quest’area il fenomeno fortunatamente è poco diffuso ed arginato in maniera ottimale. Poi il discorso che riguarda il prelievo selettivo del cinghiale. Nell’ultimo decennio si è registrato un notevole aumento in termini di unità di presenza del cinghiale che hanno rotto un po’ gli equilibri e, di conseguenza, è stato necessario pianificare degli interventi selettivi per cercare di abbassare questo numero. Difficile oggi fare una stima, considerato il costante movimento dei cinghiali, ma diciamo che si stanno ottenendo dei discreti risultati, sempre salvaguardando il discorso etico.”

 

 


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