Stefano Marilungo
I funerali di Stefano Marilungo, vittima di una mano criminale dalla ferocia inaudita, si terranno domani pomeriggio, alle ore 15, nella chiesa Collegiata di Sant’Elpidio a Mare. Il 65enne, titolare dell’omonima impresa di onoranze funebri insieme al fratello, è infatti, spirato dopo una sconcertante aggressione al piano terra della palazzina dove viveva, in via Adige, subita proprio col fratello (leggi l’articolo). Un fatto di sangue che ha sconvolto la comunità elpidiense e l’intero territorio provinciale, ancora scosso per la morte della 79enne Maria Biancucci, scomparsa in circostanze analoghe, a Montegiorgio l’11 marzo scorso (leggi l’articolo). Le esequie di Marilungo, si diceva, si terranno domani alle 15 nella chiesa della Collegiata. e da lì la salma proseguirà al cimitero. Danno annuncio delle esequie il fratello Sergio con Nela, i cugini, le cugine, gli amici e i parenti tutti che parlano di Stefano “venuto a mancare con violenza criminale nel proprio negozio di via Adige”, che ringraziano anticipatamente “quanti si uniranno ai funerali” e che, come gesto di generosità nei confronti della loro comunità e riconoscenza verso chi li ha soccorsi, chiedono “non fiori ma offerte alla Croce azzurra” pubblica assistenza guidata dal presidente Robin Basso che, in quel maledetto pomeriggio del 28 aprile scorso, hanno soccorso i due fratelli Marilungo.
Ma per Stefano non c’era più nulla da fare. La salma, restituita ai familiari dopo l’autopsia, è comunque visitabile presso l’obitorio dell’ospedale civile di Fermo dove tra ieri e oggi è stato eseguito proprio l’esame autoptico. Agli investigatori dei carabinieri, che stanno portando avanti le indagini sulla morte di Marilungo, coordinati dalla procura di Fermo, per chiudere il cerchio sugli elementi da repertare mancavano, infatti, solo i dettagli di medicina legale. Per il resto hanno praticamente immagazzinato tutto: dalle tracce di dna trovate nella palazzina Marilungo alle immagini di videosorveglianza tra il comune di Sant’Elpidio a Mare e i territori limitrofi, passando per i tabulati telefonici dell’area tutt’intorno a via Adige. Per il momento bocche cucita sulle cause del decesso. L’asfissia (con Marilungo imbavagliato con del nastro adesivo) resta l’ipotesi più accreditata anche se, in mancanza dell’esito dell’autopsia, resta aperta anche la strada di un colpo fatale alla testa.
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