Fermo nella rete Learning cities
per fare sinergia tra enti formativi

FERMO - Fermo e Torino sono ad oggi, le uniche due città italiane inserite nella rete mondiale delle Learning Cities Unesco

di Alessandro Giacopetti

Una learning city è un città che promuove una formazione continua per tutti, l’apprendimento dall’istruzione di base al livello avanzato, in diversi campi, non solo scolastico, ad esempio all’interno del mercato del lavoro, anche mediante le moderne tecnologie.

Svolta questa mattina all’interno della Camera di Commercio di Fermo una riunione tra rappresentanti del Comune di Fermo e della Provincia, dirigenti scolastici di vari ISC, Fabio d’Erasmo del centro studi Carducci, Carlo Verducci, presidente del Conservatorio Pergolesi.

Fermo è entrata a marzo a far parte della rete dell’apprendimento, e da allora è iniziato un percorso, come ha ricordato il sindaco Paolo Calcinaro: “percorso che comprenderà varie realtà scolastiche e dell’apprendimento. E’ quindi un dovere aprire un tavolo di confronto nel quale convergano tutte le iniziative di questo campo, organizzate annualmente in città per metterle in rete e a sistema, con l’obiettivo di crearne anche di nuove. Obiettivo: racchiuderle sotto l’egida delle Learning cities affinché la città venga promossa e accresca i possibili progetti culturali. Ad esempio scambi con altre città del circuito o di altri circuiti Unesco in Europa”.

Il referente tecnico-scientifico è Carlo Nofri, della scuola superiore San Domenico: “Un anno fa ci siamo insediati a Fermo, chiedendoci cosa l’università potesse fare per la città. Essendo Fermo città degli studi, abbiamo pensato di far riconoscere tale vocazione a livello nazionale e internazionale mediante lo strumento delle Learning cities e delle Città creative Unesco, che hanno lo scopo di valorizzare e promuovere beni materiali e immateriali. Un terzo della popolazione attiva a Fermo – ha detto Carlo Nofri – si dedica ad attività d apprendimento in qualità di studenti, docenti e in altri ambiti come le fabbriche pilota in cui apprendere mestieri artigiani. Accanto a questo c’è la Fermo di domani, in cui bisogna mettere insieme le istituzioni educative affinché sviluppino progetti a livello locale, proiettando la città nelle relazioni nazionali e internazionali e delle Learning cities Unesco”.

L’inserimento nelle Learning cities e tutto questo discorso è costruito sulla base di dati statistici Ocse (Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo sviluppo), dopo opportune valutazioni. Ora bisogna ragionare per effettuare azioni che vadano verso una coesione sociale, per operare in una dimensione di territorio.

E’ il vicesindaco Francesco Trasatti, in qualità di assessore alla Cultura a sintetizzare: “Da oggi abbiamo lo stimolo per un maggiore coordinamento tra Comune, ISC e scuole, conservatorio, università, centri di formazione professionale, ma anche progetti formativi come le stagioni d’opera al teatro dell’Aquila aperte agli studenti, la manifestazione scientifica Fermhamente che fa lavorare insieme le scuole. Intanto abbiamo preso contatti con l’amministrazione di Torino per capire come si stanno muovendo loro – ha anticipato Trasatti – con l’obiettivo di creare iniziative comuni. Si tratta quindi di un percorso che parte, che avrà bisogno di tempo e che ha potenzialità”.

 


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