Crollo Montani, l’Associazione Costruttori Edili:
“Sbloccare le manutenzioni
e cambiare il codice appalti”

FERMO - Violoni rilancia un tema che aveva sollevato già nel novembre del 2017 e poi ribadito a febbraio 2018, in piena sintonia con gli artigiani: “Il tema unisce ogni associazione di categoria, visto che parliamo della sicurezza di tutti”

“Seve un fondo per le manutenzioni regolato da una disciplina parallela al codice degli appalti per lavori, fino a 100mila euro, da poter far affidare in maniera diretta dal dirigente pubblico a imprese locali” sottolinea Stefano Violoni, presidente Ance Fermo.
“Il crollo del Montani ci ha fatto tornare indietro nel tempo: parliamo ancora delle manutenzioni, dei controlli, degli interventi necessari e fattibili. Possiamo investire milioni, ma se poi lo strumento per usarli rallenta il sistema è tutto inutile”.

Violoni rilancia un tema che aveva sollevato già nel novembre del 2017 e poi ribadito a febbraio 2018, in piena sintonia con gli artigiani: “Il tema unisce ogni associazione di categoria, visto che parliamo della sicurezza di tutti”. Per una corretta manutenzione, che si parli di strade o edifici pubblici, servono però più elementi: volontà politica, meno burocrazia, risorse, organizzazione. “Negli anni sono state depotenziate le province, togliendo capacità decisionali e di spesa, lasciando però le competenze, tra cui il patrimonio scolastico. Il dirigente per fare qualsiasi intervento, o indagine, si deve interfacciare con il codice appalti. Si entra così in un labirinto di lentezza, comunicazioni e validazioni Anac, che alla fine porta la realizzazione di lavori lontana nel tempo”. Questo vale per le manutenzioni stradali, ancora di più per gli edifici scolastici e pubblici. “Le strade se hanno una buca lo vediamo tutti e tutti i giorni, ma un tetto chi lo controlla? La Provincia ha sempre meno tecnici e quelli che ci sono si ritrovano oberati di lavoro”.

Il nodo resta anche la copertura economica. “Il territorio è pronto, le imprese ci sono e di alta qualità. Se bisogna controllare tutti i tetti da qui a quattro mesi, prima del nuovo inizio dell’anno scolastico a settembre, le imprese artigiane e industriali sono già schierate. Ma non si può ragionare solo su deroghe. Bisogna modificare l’iter” prosegue Violoni.

“Quello che è successo al Montani non è che uno dei primi possibili eventi negativi. Ma non per il Fermano, per l’Italia. Sono a rischio strade e muri. Ma questo è normale, anche se usare questa parole è pesante, perché nessun tecnico oggi ha libertà di intervento”.
Non esistono soluzioni certe, ma si può agire sul sistema: ridare alle Province la capacità di spesa, togliere le manutenzioni dal codice appalti affidandole a un capitolo autonomo. “Il nuovo codice appalti creerà tantissime incompiute. È una previsione, ma difficile che non sia esatta. L’utilizzo dei tecnici locali accrescerebbe la responsabilità del territorio. Tornando al crollo avvenuto al Montani, è vero che il tetto in quel punto era difficilmente controllabile, ma se ci fosse un supporto giuridico che permette la chiamata diretta, un tecnico ogni sei mesi potrebbe salire sul cestello e verificare lo stato. Oggi è impossibile, perché il giro di carte e burocrazia impedisce l’urgenza e ci lascia nelle mani di Invitala, che doveva realizzare nuove scuole entro il settembre 2017 e che invece ancora manca di progetti definitivi e di una rete che sia l’idea di un’area cantiere”.


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