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Whirlpool, parla l’ad Castiglioni:
«Comunanza è un sito strategico»

ESCLUSIVO - L'intervista all'amministratore delegato per l'Italia della multinazionale americana: «Il futuro dello stabilimento poggia sulla piattaforma della lavasciuga»

di Maria Nerina Galiè

Davide Castiglioni

Se la vicenda con al centro lo stabilimento Whirlpool di Comunanza fosse una fiaba, l’ingegner Davide Castiglioni sarebbe il cattivo. Invece è una cosa vera e l’amministratore delegato Whirlpool Italia e vice presidente operazioni industriali area Emea vuole chiarire di persona gli aspetti peculiari del nuovo piano che sta facendo tremare l’entroterra del piceno e del fermano e sta mobilitando sindacati e politici a tutti i livelli dal 17 maggio. L’ultimo tavolo istituzionale si è svolto a Roma proprio giovedì mattina o tra Castiglioni e il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli.

Forse dall’incontro al Mise è nata una questione più grande di quella che ci si aspettava.
«Forse la si sta facendo più grande di quello che è. Il nuovo piano industriale altro non è che la coerente continuazione del triennio precedente, nel quale avevamo lo scopo di dare a tutti i siti italiani una missione sostenibile nel tempo. Abbiamo investito in Italia 584 milioni di euro, 70 in più rispetto alle previsioni e finalizzati ai sistemi integrativi per il passaggio da Indesit a Whirlpool.»

In base agli accordi per il 2015-2018 lo stabilimento di Comunanza doveva mantenere la piattaforma della lavatrice a carica frontale alto di gamma, l’ormai nota Aqualtis. 
«Vero. E’ l’unico aspetto di tutto il piano che ha avuto una evoluzione diversa, resasi necessaria per bilanciare la produzione nei vari siti e per consolidare su Comunanza la piattaforma della lavasciuga su cui poggia il futuro dello stabilimento stesso.»

Su quali basi?
«Non certo per una scommessa. Le ricerche di mercato evidenziano un aumento del 15 %, di media negli ultimi tre anni, del consumo delle lavasciuga. Il prodotto è in forte crescita e con i 14 milioni di investimento, previsti sulla piattaforma da qui al 2021, sarà ancora più competitivo. Stiamo investendo anche sulla formazione del personale. E Comunanza è l’unico polo lavasciuga di tutta l’area Emea.»

C’è anche la Polonia…
«I 50 mila pezzi a incasso che si producono in Polonia non inficiano i nostri obiettivi. Sono numeri irrilevanti e non possono aumentare per la capienza dello stabilimento polacco.»

Perché allora non riportarli nel Piceno?
«Non è previsto. Sarebbe un inutile spreco di soldi.»

Nel vecchio piano si parlava di investire a Comunanza 60 milioni di euro. E’ stato fatto?
«Sono statti spesi 30 milioni con cui, Aqualtis a parte, è stato realizzato tutto quello che era negli accordi. I 60 milioni? Forse è stato detto, ma impegni formali in tal senso non sono mai stati presi.»

L’interno del sito di Comunanza

Invece l’impegno dei 14 milioni è considerato “formale”?
«Si, perché è la spesa necessaria per realizzare quanto in programma.»

Continuiamo con i numeri, che ci dobbiamo aspettare?
«L’Italia per Whirlpool rappresenta il 30 % della produzione Emea. Ogni piano che giudichiamo sostenibile è considerato tale nell’ambito dell’intero territorio italiano sul quale abbiamo 6.000 dipendenti.»

A Comunanza 131 di questi perderanno il lavoro perché non è stato centrato l’obiettivo degli 800 mila pezzi nel 2018 ed anzi per il 2021 si guarda con ambizione a 700 mila prodotti, per abbassare gli esuberi a 99. Nel 2007 l’unità produttiva picena ha realizzato un milione e 384 mila pezzi.
«Sostengo legittimamente e con ferma convinzione che il paragone con il passato è ciò che serve per portare avanti il progetto in modo sostenibile e ed efficace. I 700 mila pezzi non devono essere l’obiettivo finale ma il punto di partenza. I 99 esuberi potrebbero essere in parte riassorbiti in ragione delle proiezioni di crescita del mercato. Ma attenzione, qui si sta perdendo di vista un punto essenziale: il sito piceno per noi è strategico ed il piano che vogliamo portare avanti su tutto il territorio nazionale è sostenibile. Certo ha bisogno di continuità.»

Ciò che occorre adesso è dunque la proroga da parte del Governo, degli ammortizzatori sociali. Se ciò non dovesse accadere, avete un piano B?
«Non vogliamo nemmeno pensare al piano B. Abbiamo il piano A, cioè continuare ad investire pensando di avere a disposizione gli strumenti necessari per superare questa delicata fase di transizione.»

Giovedì mattina Castiglioni ha incontrato il presidente regionale Luca Ceriscioli e rinvia ogni commento in merito al comunicato stampa inviato dalla Regione stessa.
«Dico solo – riprende il top manager – che le Marche per noi sono molto importanti. Abbiamo Comunanza, Melano e Fabriano con due poli industriali, un centro di progettazione lavaggio fatto rientrare dalla Germania e un customer service.»

A proposito del centro di ricerca, la Regione il 30 dicembre 2015 con i Por Fesr 2014-2020 ha ammesso a finanziamento un progetto presentato dalla Indesit poi trasferito a Whirlpool, in filiera con altre aziende, per i Por-fers 2007-2013. L’importo totale del progetto dal titolo “VISHNU – Sistema di asciugatura innovativo ed eco-efficiente per Washer and Dryer” è di un milione e 170 mila euro, di cui sono stati liquidati fino ad ora 178 mila euro il 15 giugno 2016 e 78 mila il 2 ottobre 2017.
«Ben vengano per noi tutti gli strumenti che provengono da Regione, Stato o Europa. Abbiamo presentato progetti, che ci sono stati finanziati, anche in Campania.»

Possiamo conoscere per quale importo?
«Non ci addentriamo in inutili confronti. In ogni Regione ci sono leggi, progetti e fondi diversi. Sta a noi cogliere le occasioni laddove sono disponibili e coerenti con le nostre strategie. Sono risorse importanti che rinsaldano il nostro interesse sul territorio e rafforzano le relazioni con le istituzioni che li rappresentano.»


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