I rappresentanti del Consiglio di Istituto dell’ISC Betti si sono incontrati con il Sindaco Paolo Calcinaro al fine di analizzare, in maniera trasparente e costruttiva, la situazione di emergenza che si potrebbe creare a seguito della improvvisa comunicazione della Provincia che potrebbe non garantire la disponibilità degli spazi occupati dalle 14 classi della scuola media nel polo scolastico di Via Marsala (leggi l’articolo).
A fare il punto e a farsi portavoce della situazione d’incertezza e precarietà che si respira tra le famiglie è Dario Grandoni, presidente del consiglio d’istituto della Betti che evidenzia: “L’unica scuola che allo stato è stata dichiarata inagibile a seguito del terremoto è la scuola media Betti e da 2 anni si trova in una situazione di incertezza assoluta. La sicurezza di tutti i ragazzi è una priorità non negoziabile, non si deve creare una contrapposizione tra scuola Media ed eventuali altri istituti scolastici. Non è assolutamente percorribile la soluzione semplicistica da molti ipotizzata di doppi turni che hanno creato moltissime difficoltà didattiche, logistiche e di rendimento dei ragazzi”.
Da qui la valutazione: “Il Comune ha verificato diverse soluzioni alternative che però non sono percorribili, anche con interventi ed investimenti che in ogni caso risulterebbero un inutile sperpero di risorse economiche, e pertanto sarebbe auspicabile che la Provincia e la politica facciano una assunzione di responsabilità privilegiando, in un momento di grande emergenza, l’interesse degli studenti della scuola Media ‘Betti’ e di eventuali altri istituti scolastici che insieme potrebbero trovare spazi adeguati, anche se non pienamente soddisfacenti, se si procedesse ad una seria razionalizzazione di quelli dell’attuale polo scolastico. Infatti la razionalizzazione dovrebbe prevedere una ottimizzazione degli spazi occupati sia dall’ ITET (che ha a disposizione anche l’ampia sede storica di ‘Ragioneria’), sia dal Liceo Artistico ‘Preziotti’ che soprattutto degli ampi spazi occupati dalla Provincia e dalla Regione che possono riordinare gli uffici in maniera adeguata ed efficiente”.
Grandoni aggiunge: “Questa è la soluzione da percorrere che salvaguarderebbe il diritto allo studio di studenti anche giovanissimi e per una volta la politica si troverebbe ad essere a servizio della collettività e non viceversa. Siamo certi che gli spazi ci sono (dato confermato da diversi tecnici e plausibile in base al buon senso) e non può mancare in questo momento una valutazione trasparente e rispettosa dell’interesse pubblico. Se vogliamo parlare di numeri crediamo che la sicurezza e i diritti di oltre 600 ragazzi e delle loro famiglie, non possono essere sacrificati per la mancanza di volontà di mettere in discussione lo status quo e di accettare per un periodo limitato quello che i ragazzi, le famiglie ed i docenti hanno accettato per 2 anni“.
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