di Giorgio Cisbani
Pietro Diletti, inconsapevolmente, ha sollecitato la mia senile vanità richiamando, su Facebook, un episodio non secondario del dibattito politico nella Fermo di oltre trenta anni fa, quando, la Cassa di Risparmio, con l’assenso di una parte del Consiglio comunale, avrebbe voluto acquisire l’area dello stadio. Non fummo d’accordo (soggetti politici diversi ), argomentando evidentemente in maniera convincente e la Carife realizzò parte del suo progetto nell’area prospiciente lo stadio, in viale Trento.
Nella nota, Diletti ( dirigente regionale del Partito socialdemocratico, consigliere comunale, ecc. ) a ciò fa cenno con una considerazione sulla ubicazione della sede centrale della Cassa, che richiamava il ruolo del centro-storico. Ora, chi scrive, da molto tempo è fuori dal dibattito ( se mai ce ne fosse ) sulla città e sul suo futuro, a partire dal rapporto coi Comuni della provincia. Lo accompagna soltanto qualche idea di fondo molto chiara ma certo insufficiente di fronte alla complessità del problema. Dunque, nessuna pretesa di avanzare proposte e, tanto meno, critiche; bensì, semmai, di far risaltare qualche scelta di ieri e fare qualche considerazione sull’oggi.
Qualcuno certamente ricorderà che, dentro un’idea del ruolo del centro – storico, riuscimmo ad impedire che il tribunale venisse trasferito nell’area ove oggi sorgono caserma dei carabinieri e piscina. Fu meno facile dell’altra scelta, ma il no dell’Amministrazione comunale portò alla decisione del Ministero di finanziare la ristrutturazione dell’edificio esistente, Non vorrei, non saprei portarla alla lunga, ma per quel poco che so e capisco, la scelta di trasferire la scuola media “ Ugo Betti “ nei pressi della Steat non mi convince (già tutto deciso, perché i finanziamenti pubblici non aspettano: una logica tristemente conosciuta nel Paese ). Non mi convince anche l’ipotesi di trasferire il liceo classico nella ‘ landa ‘ vicino alla sede della Provincia ed altre scuole (da cui gli studenti freneticamente scappano al suono della campanella ).
La ragione sta nella sicurezza ? Ovviamente sulla sicurezza non si discute, ma possibile che l’edificio sia in condizioni tali da non poterne progettare la ristrutturazione? Costerebbe più che a realizzare un nuovo edifici? I costi andrebbero ben valutati tutti, ma proprio tutti, compresi quelli immateriali.
Il dixit del solito presuntuoso ??!! Probabilmente si; sognatore certamente se aggiunge che si dovrebbe programmare di riportare all’interno dello centro storico tutte le scuole recentemente ‘ seminate ‘ altrove, così da averne un significativo “ campus studentesco“. Un sogno di mezza estate. Appunto!
P.S: questa mia riflessione potrebbe esser letta come una critica al sindaco. Pertanto preciso che ritengo Paolo Calcinaro oggi il migliore possibile, semmai mi rammarico che non si siano saldati la sua immensa disponibilità e fresca sapienza con quell’esperienza ricca e matura di Massimo Rossi; ma questo é un altro discorso.
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