Ci stanno lavorando gli agenti dell’Anticrimine e anche i colleghi della Scientifica. Tutti intorno a quella teca. Ma gli elementi raccolti, e incrociati, non sono stati sufficienti a fornire spiegazioni o ricostruzioni certe. Per il momento la polizia della questura di Fermo non tralascia alcuna ipotesi investigativa. Stiamo parlando delle indagini condotte dai poliziotti sul reliquiario pieno di ossa e denti rinvenuto mercoledì pomeriggio nell’androne di un palazzo del centro storico di Fermo (leggi l’articolo). Le attenzioni delle divise si stanno comunque concentrando su un biglietto rinvenuto all’interno della teca contenente resti umani. Un biglietto scritto a mano con il quale quel qualcuno che ha abbandonato il reliquiario (se poi di reliquiario realmente si può parlare, nell’accezione religiosa) chiede di consegnare quei resti alla Chiesa spiegando che non si tratta di una teca rubata.
E dunque? l’Anticrimine sta cercando di capire perché quei resti umani raccolti nella teca siano stati abbandonati nell’androne di quel palazzo. E chi li ha abbandonati. Diversi gli elementi dunque, da tenere in considerazione, se si vuole far luce sull’accaduto. E tante piste da percorrere, con in testa, a questo punto, quella secondo cui qualcuno, avendo trovato quella teca magari in una soffitta o in uno scantinato, se ne è disfatto abbandonandola nell’androne. Un modo ‘elegante’ per liberarsene senza, però, disperderla o oltraggiare il defunto a cui appartengono quelle ossa e quei denti. Tanto qualcuno, in quell’androne, prima o poi vi si sarebbe imbattuto.
Ipotesi furto? Anche questa non è da escludere (anche se nel biglietto si negherebbe qualsiasi illecito o reato). Ed è per questo che i poliziotti stanno verificando anche se da qualche chiesa, a partire da quelle del centro storico, manchi un reliquiario.
Mai decollata, invece, la via “esoterica”. Nulla di particolarmente strano o sospetto, infatti, è stato rinvenuto insieme o dentro quella scatolina coperta da un panno rosso. Nulla, quantomeno, di chiaramente riconducibile a riti e rituali vari.
Se l’Anticrimine sta lavorando per capire chi, e perché, abbia abbandonato quella teca, la Scientifica è all’opera per datare quei resti e scoprire qualche traccia utile a dare un nome e un volto alla persona che li ha abbandonati. Insomma dopo quella chiamata alle 14,30 di mercoledì con cui si segnalava un pacco sospetto, la polizia, dopo aver appurato che al suo interno non si celava nulla di pericoloso, si è ritrovata nelle mani un enigma a cui di certo non sarà facile dare risposte.
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