di Sandro Renzi
Per la marineria sangiorgese non c’è più futuro. Alla ripresa dell’attività, dopo il fermo pesca, un paio di imbarcazioni potrebbero lasciare l’approdo sangiorgese con destinazione Civitanova Marche o San Benedetto del Tronto. Indiscrezioni raccolte sul molo e che, se confermate, darebbero l’ultima “mazzata” alla storica flottiglia. A pesare sulla scelta di trasferirsi in altri porti la situazione dei fondali, già precaria, all’ingresso del Marina e le conferme di un dragaggio “importante” solo a primavera del 2019. Almeno stando a quanto emerso nell’incontro in regione della scorsa settimana. Uno scenario nero, quindi, quello che attende gli operatori ittici sangiorgesi. Una marineria ormai ridotta all’osso che a settembre rischia di restare solo con tre motopesca. Ed inevitabilmente ci sarebbero riflessi anche sull’operatività del mercato ittico per il quale l’amministrazione Loira punta ad esternalizzare la gestione. Criticità che finiranno sul tavolo del sindaco Loira che ha tenuto per sé la delega alla pesca. Si cercherà di salvare il salvabile per non far morire la marineria sangiorgese.
Intanto da lunedì l’Adriatico sarà alle prese con il fermo pesca. Scongiurato lo spauracchio di un unico fermo biologico su tutta la costa est del Paese. Il ministero, quindi, avrebbe accolto la proposta delle categorie di suddividere i periodi con l’obiettivo di garantire pesce fresco anche d’estate sull’intero litorale adriatico. Si parte allora il prossimo 30 luglio per il tratto di mare compreso tra Trieste ed Ancona. Il fermo dovrebbe finire il 9 settembre. Toccherà poi al compartimento di San Benedetto del Tronto, al quale appartiene anche la marineria di Porto San Giorgio. Lo stop è in programma a partire dal 13 agosto per concludersi il 23 settembre. Fermo che riguarderà anche l’Abruzzo per un totale di 40 giorni. E poi a seguire lo stop interesserà i compartimenti di Manfredonia e Bari e quello di Brindisi. Da anni, a dire il vero, si discute sulla opportunità e sui tempi del fermo biologico che dovrebbe consentire la riproduzione di molte specie ittiche che popolano l’Adriatico. Non tutti, però, concordano sulle modalità di questa misura che ad ogni stagione sembra destinata ad una revisione completa.
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