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Costruzione e ricostruzione post-sisma,
tema dell’abitare declinato a 360 gradi a Riabita

FERMO - Organizzati anche workshop con professionisti e specialisti dei vari settori; coinvolte anche l'università e numerose aziende oltre a amministrazioni locali

di Alessandro Giacopetti

Sono 150 le aziende espositrici da 32 province di 13 regioni; 200 aziende rappresentate, 90 ore di seminari e workshop 1500 professionisti coinvolti, 900 visitatori. Questi i numeri dell’edizione 2017. Da qui riparte Riabita, il salone dell’abitare, in programma il 9, 10, 11 novembre 2018 al Fermo Forum nella zona industriale Girola. Domotica, arredamento, risparmio energetico, servizi, sono i filoni declinati nei 10 mila metri quadrati che comprendono quattro sezioni: Riarreda, salone dell’arredamento; Riabita accessibile, con tecnologie capaci di rendere gli spazi inclusivi e abitabili; Riabita outdoor, dedicato agli spazi esterni; Riabita lab, dedicato allo sviluppo sostenibile dell’edilizia e a materiali ad alta efficienza energetica. I settori presenti saranno materiali da costruzione; impiantistica, serramenti, finiture d’interni e arredamento, arredo giardino.

da sx: Danilo Colletti e Marco Crescenzi

Marco Crescenzi, della Service Promotion, e organizzatore di Riabita ha così esordito: “La novità del 2018 è costituita dal Comitato scientifico. Riabita è un contenitore con lo sguardo al futuro verso le novità del settore, oggi conosciuto anche fuori dal territorio e per questo molto complesso. E’ pregno di contenuti ma comprende anche l’aspetto commerciale, con aziende che lo scorso anno hanno coperto quasi tutti i settori della costruzione e dell’edilizia”.

A spiegare il ruolo del Comitato Scientifico è il coordinatore Danilo Colletti: “Coordiniamo ordini professionali, imprese, università, rinnovando i temi del salone. Non solo l’efficienza energetica ma anche la salubrità e qualità della vita in ambienti interni. Oggetto di analisi anche tematiche relative ai condomini. I più vecchi necessitano sia una messa in sicurezza sismica che l’efficientamento energetico. Altro obiettivo sarà stimolare la pubblica amministrazione affinché le scuole durino nel tempo, e siano fatte con tecnologie a basso consumo”.

“Se si vuole studiare l’innovazione nei settori costruzione e ricostruzione bisogna visitare Riabita – aggiunge Flavio Corradini, dell’università di Camerino, – che è strumento di aggiornamento anche per nostri laureati e laureandi. Anticipo che la Fondazione Carisap ha incaricato l’Unicam di svolgere il piano triennale di formazione su Amandola chiamato Archimastro. Per un mese e mezzo potremo studiare come si può costruire e ricostruire nei luoghi colpiti dal sisma”.

Ad entrare nel dettaglio è Sara Campanelli, architetto Unicam: “Archimastro 4.0 avrà 3 moduli e workshop di sperimentazione con un caso-studio specifico per realizzare qualcosa a livello pratico. Il 5 e 6 ottobre ci sarà un convegno con progetti a livello nazionale e internazionale. Parleremo anche di strutture in legno e materiali della tradizione in un approccio di gruppo, assieme all’ordine degli Architetti, per proporre modalità operative di recupero con materiali naturali dell’edilizia”.

In apertura di presentazione sono intervenute le autorità locali. Paolo Calcinaro, sindaco di Fermo, ha definito “Riabita una realtà consolidata e importante per l’edilizia privata e pubblica, in un momento successivo al sisma del 2016 in cui stanno arrivando decreti di finanziamento finalizzati alla ricostruzione privata”.

Francesco Nunzi, assessore all’Urbanistica, conferma l’importanza di  aggiornare i professionisti, alla luce delle novità proposte da Riabita per stare al passo con le richieste del settore.

Fabrizio Cesetti, assessore al Bilancio della Regione Marche, ha così concluso: “Ero presente alla prima edizione di Riabita nel 2015 per la Provincia di Fermo. Dissi che le riflessioni contenute in essa si inserivano nel piano territoriale che avevamo stilato finalizzato ad evitare il consumo di suolo. Poi purtroppo siamo stati colpiti da eventi sismici e ora siamo nel pieno della ricostruzione pubblica e privata che spero vada nel senso del riuso e del riutilizzo”.

 


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