di Maria Nerina Galié
E’ stata approvata all’unanimità l’adozione preliminare di variante al piano regolatore per “la realizzazione del nuovo complesso sanitario e socio-sanitario denominato nuovo ospedale dei Sibillini”. Come anticipato nell’incontro di presentazione della struttura, il 27 luglio scorso davanti al presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, il sindaco di Amandola Adolfo Marinangeli ha chiamato a raccolta il consiglio comunale il 13 agosto per sancire l’atto propedeutico alla nascita del nuovo ospedale.
“Il terreno di 28 mila metri quadrati in località Piandicontro da agricolo diventerà area destinata a servizi ospedalieri e sanitari già a metà ottobre”, ha spiegato Marinangeli citando la legge regionale 25 del 2017 che “accelera, dimezzando i termini, i tempi previsti per la variante dello strumento urbanistico ai fini della costruzione di strutture danneggiate dal sima”. Le prossime mosse annunciate dal sindaco saranno dunque “la conferenza dei servizi, convocata già per il 27 agosto e, entro 30 giorni dalla seduta odierna, un altro consiglio comunale per l’adozione definitiva della variante, che sarà soggetta a soli 30 giorni di pubblicazione”.
Il primo cittadino ha inoltre illustrato ulteriori modifiche che riguarderanno le norme tecniche di attuazione, come la possibilità di erigere fino a 17 metri di altezza, e la modifica alla rotatoria di Piandicontro che non sarà più ad ellisse e di notevoli dimensioni, bensì più piccola e regolare così da ridurre al massimo anche problemi relativi all’esproprio, rimanendo funzionale al nuovo complesso.
Marinangeli ha inoltre espresso gratitudine ai proprietari dell’area da espropriare che “fin da subito hanno mostrato collaborazione – ha detto – permettendo ai tecnici comunali gli ingressi ai fini dei sondaggi geologici, ora trasmessi alle Regione Marche”. Ha poi rassicurato sul rischio sismico chiarendo che il terreno sarà oggetto di studi per la microzonazione di terzo livello. La riunione si è conclusa con una velocissima ed unanime votazione e con i ringraziamenti del primo cittadino “a coloro che sono intervenuti per il bene della città nonostante siamo a due giorni prima di Ferragosto”.
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SOLIDARIETA’ ALLE VITTIME DEL CROLLO DEL VIADOTTO MORANDI A GENOVA DA PARTE DI AMANDOLAVIVA
L’opposizione vota dunque con la maggioranza (sic)……ne prendiamo atto e teniamo gli occhi aperti. Ma quell’opposizione che siede nei banchi del Consiglio Comunale ha una visione alternativa per il futuro di Amandola rispetto al programma della maggioranza ? Se ce l’ha non si capisce qual’è.
La struttura in cemento armato che sostiene l’Ospedale di Amandola è stata costruita poco più di 20 anni fà ( tecnicamente è ancora definibile struttura giovane) ed è ben altra cosa rispetto al viadotto Morandi di Genova improvvisamente crollato di cui alle vittime e alla città và tutta la nostra solidarietà. Sulla specifico dei fatti e sugli aspetti tecnici del crollo di Genova mi riservo di di esprimere a breve la mia opinione.
Ogni struttura in cemento armato è un caso a sè non possiamo fare improprie similitudini. Per ora ad esempio osserviamo che il viadotto Morandi è caduto sotto i “carichi ordinari di esercizio” mentre la struttura dell’Ospedale di Amandola non si è fatta neanche un “graffio” sotto il terremoto.
Pertanto,QUALORA VENGA CONFERMATA LA SUA INTEGRITA’ significa che con quella struttura possiamo fare l’Ospedale “nuovo” di Amandola che potrà e dovrà esser un Ospedale all’avanguardia (a qualche attento osservatore è bene precisare che anche nell’adeguamento potranno adoperarsi le vernici speciali ed ogni altro accorgimento tecnico di max qualità).
Durabilità prevista circa 30 anni (20+30= 50 indicativamente); la struttura in cemento armato implica infatti il concetto di durabilità che le norme stabiliscono ordinariamente in 50 anni (limite generale e piuttosto prudenziale poichè la durata di una struttura in cemento armato dipende da molte variabili).
Dunque nel lungo termine fra 25-30 anni il “nuovo” Ospedale di Amandola ricostruito oggi sulle strutture esistenti potrà (dovrà) esser demolito integralmente perchè complessivamente (strutture,impianti,etc) avrà concluso la sua vita di esercizio. Quindi ricostruzione in situ di un nuovo Ospedale sulla base di un concorso progettuale ( non in emergenza) dove ancora e meglio potrà esser posto in primo piano l’impegno per la max qualità sotto tutti i punti di vista.
LE FORZE DEL CAMBIAMENTO SI TENGANO PRONTE AD UNIRSI
CONTRO LA POSSIBILE E DEL TUTTO INEDITA “ARMATA ………” CHE POTREBBE PROFILARSI ALL’ORIZZONTE.
Claudio Mecozzi (elettore della LEGA)
P.S.
Nota a margine su DEMOLIZIONE E RICOSTRUZIONE DEGLI EDIFICI
La vita utile di un edificio in cemento armato non vale allo stesso modo per ogni struttura ma comprende diversi parametri come ad esempio il livello di sofisticatezza. Infatti negli edifici residenziali più comuni (es.telai pluripiano) con gli opportuni interventi di manutenzione straordinaria è quasi sempre possibile estendere (anche di molto) il limite temporale dei 50 anni. Tuttavia il concetto di durabilità resta ed implica la possibilità della demolizione a conclusione della vita utile della struttura almeno come CONVENIENZA ECONOMICA che negli edifici sensibili costituisce anche garanzia di sicurezza considerando oltretutto che le tecnologie moderne (ed anche le normative) si evolvono rapidamente. Il principio di demolizione e ricostruzione a fatica entra in Italia perchè la nostra cultura costruttiva è fondata sulla muratura (sin dagli antichi romani) per cui un edificio è considerato pressochè eterno. Dobbiamo prendere coscienza purtroppo che con il cemento armato ( tecnologie costruttive moderne in generale) non è più possibile ragionare così;in Inghilterra e negli altri paesi europei ad esempio demolire strutture in cemento armato (o acciaio) obsolete e ricostruire in situ costituisce l’ordinarietà. C.M.