Una sangiorgese ai Giochi dell’Indonesia
Caterina Botticelli ha curato i costumi della manifestazione

JAKARTA - C'è anche una sangiorgese nell'organizzazione dei giochi dell'Indonesia, le Olimpiadi asiatiche, a cui prendono parte oltre quaranta Paesi. Caterina Botticelli è head of custome. Da Baku a Jakarta ancora un successo per la giovane costumista.

di Sandro Renzi

L’avevamo lasciata a Baku ed ora la ritroviamo a Giacarta. Non si ferma la sangiorgese Caterina Botticelli che dopo aver gestito in prima persona i costumi utilizzati nelle cerimonie di apertura e chiusura dei giochi della solidarietà islamica nell’ex repubblica sovietica dell’Azerbaijan, si è trovata quest’estate catapultata in Indonesia per la XVIII edizione dei Giochi asiatici a cui hanno preso parte oltre 40 Paesi. Ed anche in questa circostanza con il ruolo di head of custome. Dopo Torino, Londra, Sochi, Rio de Janeiro e Baku, eccola riprendere l’ennesimo aereo e lasciarsi alle spalle la sua amata Porto San Giorgio per arricchire un curriculum professionale già denso di esperienze intercontinentali.

“Quando mi hanno chiamata per questo nuovo lavoro quasi non ci credevo” racconta Caterina “sono arrivata a Jakarta con una nuova società americana, nuovo anche il team. Allo stesso tempo un po’ di angoscia per il fatto di essere sola d’altra parte del mondo. Mi sono messa subito al lavoro partendo da quello che era il tema di questi Giochi, ovvero Energy of Asia“. Caterina è arrivata in Indonesia a giugno “con un caldo terrificante ed un’umidità pazzesca -prosegue- alle prese con un città piena di grattacieli e piccole strade colme degli odori tipici del cibo di strada e di motorini che sfrecciano ovunque nel traffico caotico della capitale”. Qualche giorno per ambientarsi e poi subito dentro lo show. “Una macchina organizzativa pazzesca. Basti pensare al segmento welcome dove 1500 ragazze hanno intonato la Thousand hands, ovvero la danza delle mille mani che hanno imparato dalle loro nonne. Una danza antichissima per la quale hanno provato quattro ore al giorno per quattro giorni sotto il sole cocente. Un paio di volte ho voluto controllare di persona i costumi e confesso che, se avessi potuto, mi sarei tolta pure la pelle per il caldo che quasi non permetteva di respirare”.

E proprio di 1500 persone la sangiorgese si è dovuta occupare questa volta. I Giochi di Giacarta e Palembang, la cui prima manifestazione risale al 1951 in India, chiuderanno il 2 settembre. Tra i Paesi partecipanti pure Afghanistan, Cina, Corea del Sud, India, iran, Iraq, Laos, Malaysia, Pakistan. Oman, Vietnam. “La routine lavorativa è sempre quella, tante ore di prove, riunioni per realizzare uno spettacolo che ha mostrato l’Indonesia al mondo intero. Quindi finisci inevitabilmente per concentrarti sulle persone, su come vivono. L’Indonesia è un Paese in gran parte musulmano, pregano tantissimo più volte al giorno. Hanno ricavato  luoghi destinati alla preghiera pure  nelle stanze in cui venivano fatte le prove dei costumi” prosegue ancora Caterina.

Da quei luoghi la sangiorgese tornerà con il ricordo di un popolo accogliente, sorridente “che si non tira mai indietro di fronte al lavoro”. “Resterò qui anche per le paraolimpiadi che si svolgeranno dal 6 al 13 ottobre” annuncia Caterina “questa esperienza, stavolta più di sempre, è stata forte per le persone che ho avuto modo di incrociare. Il mio lavoro mi offre l’opportunità di essere in giro per il mondo e conoscere culture differenti, di cui spesso abbiamo paura”. Cosa le riserva il futuro Caterina ancora non lo sa. “Tornerò a casa con un altro pezzo di grande bagaglio che non vedo l’ora di condividere con la mia famiglia che mi supporta sempre”.

 

 

 

 

 


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