di Andrea Braconi
foto di Micaela Sason Bazzani
Dopo i controlli che effettuati tra maggio e giugno dei tetti, delle coperture e dei solai delle scuole con un’architettura similare a quella dell’Iti Montani, la Provincia di Fermo ha effettuato dei lavori per permettere agli istituti superiori di riprendere regolarmente le lezioni il prossimo 17 settembre.
“Si riparte senza doppi turni e difficoltà, ma soprattutto in sicurezza – ribadisce Moira Canigola, presidente della Provincia di Fermo – essendo noi intervenuti sulle piccole criticità rilevate e successivamente sanate”.
La stessa presidente spiega come l’utilizzo non riguarderà però tutte le aule. “Abbiamo voluto avere un atteggiamento estremamente prudente, i tetti sono stati realizzati molti anni fa, non destano preoccupazioni ma considerato quanto accaduto abbiamo optato per la scelta di chiudere le aule situate sotto ai tetti. Riapriremo, quindi, tutte le aule ai piani inferiori. E questo riguarda sia l’Iti che l’Annibal Caro”.
Si tratta di un primo step?
“Sì, perché successivamente andremo a rifare i tetti di entrambe le scuole con il finanziamento garantito in occasione dell’incontro a Roma con Borrelli ed il Miur, per un importo di circa 4 milioni di euro. Con i tempi brevi che avevamo a disposizione, quindi, abbiamo fatto questi ripristini funzionali delle criticità più evidenti.”
Quindi, l’estate 2019 vi vedrà al lavoro per il rifacimento dei tetti.
“Proprio così e voglio ripeterlo: non perché quei tetti stiano per crollare, ma perché hanno un arco di vita molto lungo e non vogliamo far correre alcun rischio. Sia all’Iti che all’Annibal Caro c’erano gli spazi necessari per poter mettere in atto questa azione, quindi abbiamo dato seguito alla nostra idea. All’Iti chiaramente la questione è più complessa, essendo più grande la superficie. Alcune aule le abbiamo recuperate nel Convitto, in quegli spazi che avevano un tetto già rifatto in cemento. Stiamo perciò riuscendo a sistemare tutti i ragazzi. Aggiungo, sempre in riferimento all’Iti, che a questo intervento si andrà ad unire l’adeguamento sismico, che ci è stato finanziato. Quindi, nel giro di qualche anno restituiremo la scuola totalmente in sicurezza.”
E per il Classico questa vostra scelta cosa ha comportato?
“Siamo riusciti a trovare delle definizioni di spazi tali per cui tutti i ragazzi possono rientrare in sicurezza ai piani più bassi.”
Per il Polo scolastico come vi siete mossi?
“Abbiamo mantenuto degli spazi liberi. Nell’eventualità che nei casi già citati emergano delle problematicità – e parliamo di palazzi antichi che fino all’ultimo possono anche manifestare sorprese – abbiamo tenuto qui alcune aule a disposizione.”
Torniamo al Classico e al tanto contestato trasferimento.
“Il comitato a favore del trasferimento avrebbe preferito che i ragazzi venissero spostati qui al Polo scolastico. Però il problema è che una parte dello stabile è occupata dai ragazzi della Betti ed il sindaco di Fermo non è riuscito a trovare degli spazi alternativi. Anche loro sono in difficoltà nella ricerca di un’altra sede. Inoltre, quelli che dovevano essere i lavori di costruzione della nuova Betti sono in ritardo, per cui la situazione reale è questa. Ma anche nell’ipotesi con cui ci siamo lasciati a luglio, e cioè che una parte della Betti venga spostata alla Sapienza con 7 aule che rimarrebbero qui, non ci sarebbero spazi sufficienti per trasferire tutti gli studenti del Classico.”
C’è chi insiste che sia la stessa Provincia a trasferirsi, liberando spazi sufficienti per l’Annibal Caro.
“È un aspetto che abbiamo affrontato molto seriamente, facendo delle ricerche in tal senso, per lasciare tutto il Polo alle scuole, ma in questo breve arco temporale non abbiamo trovato edifici con le caratteristiche necessarie. Non chiedevamo chissà cosa, ma consideriamo che abbiamo quasi 90 dipendenti tra le nostre due sedi e che avremmo dovuto rifare tutta la rete informatica, trasferire tutto il materiale e considerato anche lo spazio per la sala consiliare, non c’erano però i tempi necessari. Abbiamo avuto contatti con l’Inail, ma erano già in atto delle trattative per lo spostamento dell’Inps in quell’edificio. Inoltre, abbiamo buttato un occhio su altri spazi che non erano però sufficienti.”
Insomma, si resta nella sede attuale, pur con l’indisponibilità del livello più alto dell’edificio.
“Posso capire che questa soluzione non è quella che si aspettavano i genitori, ma voglio rassicurarli sul fatto che questo minimo adeguamento non porta affatto all’interruzione delle progettazione per il nuovo Annibal Caro: quello è in essere, ci stiamo lavorando ma occorre aspettare i tempi necessari. Voglio rimarcare che non abbiamo però riportato i ragazzi in una situazione di pericolo. Abbiamo rivisto tutte le camorcanne, tutti i tetti e i solai, oltre a tutte le capriate insieme ad una ditta di Firenze esperta di queste coperture. Considerato il tempo e le risorse, oltre alla necessità di tenere in sicurezza ragazzi, insegnanti e personale Ata, questa ci è sembrata la soluzione più pratica ed efficace per permettere l’inizio dell’anno scolastico senza troppi disagi per le famiglie. Penso ai doppi turni e alle situazioni molto impegnative vissute da tanti ragazzi provenienti dall’entroterra e non solo.”
Vediamo la situazione di Sant’Elpidio a Mare.
“Il Tarantelli presentava le stesse problematicità, ma siamo riusciti con un accordo con la Regione Marche a prendere una parte del servizio formazione, per cui abbiamo recuperato delle aule che ci permetteranno di spostare tutti i ragazzi in via Prati. Una parte era già lì dallo scorso anno e in questa maniera si riunisce tutta la scuola. Rimangono solo i laboratori, che sono ai piani bassi dell’edificio in centro storico, quindi anch’essi perfettamente agibili.”
Anche il Liceo Artistico di Porto San Giorgio presentava delle criticità.
“Abbiamo fatto dei piccoli lavori e spostato i ragazzi tutti nell’ala in cui i tetti sono in cemento. La parte sotto osservazione è stata lasciata vuota, in attesa di poter rifare il tetto.”
Al nostro appello mancano i progetti per le nuove strutture presentate nel marzo scorso, vale a dire i laboratori del Montani, la sede dello Scientifico ed il “Mattei” di Amandola.
“Devo essere sincera e dire che ci siamo focalizzati su questa situazione di emergenza che ci ha portato via praticamente tutto il tempo, ma gli iter stanno comunque andando avanti. Avremo perciò i laboratori dell’Iti: è stata appena consegnata la documentazione necessaria, rimangono delle brevi fasi in conferenza dei servizi con Roma, per cui mi auguro che a breve si possa iniziare. Anche per il Liceo Scientifico sta andando avanti la progettazione, così come per l’Itc di Amandola. Bisogna passare alla fase delle gare, che è sicuramente più complessa, ma i finanziamenti ci sono, sono rimasti, così come le idee progettuali. Nessun passo indietro, quindi.”
Annibal Caro, Scientifico, Triennio Montani, Amandola: per la Canigola “la Provincia c’è”
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
I genitori vorrebbero che un amministratore non eletto da nessuno sia chiaro e limpido. Che, se la scuola è sicura, dice che è sicura, e se è sicura, come è sicura, dica che non c’è bisogno di buttare altri milioni di euro per costruirne un’altra più brutta e povera, (…). Come mai, per esempio, la nostra burocrate in provincia non parla dell’ottimo indice di vulnerabilità della scuola ? Ottimo indice indice di cui nessun’altra altra scuola, o quasi, nel fermano, dispone ?