Rifiuti agroalimentari, rurali e della pesca per bioplastiche e biocompositi: l’esperienza del Montani in Norvegia

FERMO - Le studentesse Ilaria Caffarini ed Annalaura Luciani, insieme alla loro docente tutor Teresa Cecchi, sono state coinvolte nelle attività previste dal Progetto Horizon 2020 Enabling

La scorsa settimana due studentesse dell’Itt “Montani” di Fermo, Ilaria Caffarini ed Annalaura Luciani, e la loro docente tutor, Teresa Cecchi, sono state coinvolte nelle attività previste dal Progetto Horizon 2020 Enabling, di cui il Montani è beneficiario, presso il Vestlandsforsking Institute (Wnri) di Sogndal, in Norvegia.

Enabling vede il Montani attivo insieme a 16 prestigiosi partners da 13 paesi europei ed associati nella diffusione delle migliori pratiche innovative sostenibili nel campo della chimica verde e nella gestione delle biomasse per la sintesi dei prodotti “Bio-Based”, settore che si va affiancando a quello più tradizionale della bioenergia.

Otto Andersen ha accolto la delegazione del Montani coinvolgendola nelle attività del Wnri relativamente alla gestione intelligente dei rifiuti. I residui di attività produttive nel settore della pesca, agro-alimentare e forestale diventano risorsa in un’ottica di economia circolare, con una visione del prodotto “dalla culla alla (nuova) culla”.

La valorizzazione dei biomateriali giunti a fine vita e la coltivazione di alghe per lo sfruttamento dell’energia solare sono stati gli aspetti più interessanti dell’esperienza.

L’approccio norvegese è strettamente legato alle attività della Chimica dei Materiali del Montani che ha creato percorsi innovativi di valorizzazione dei rifiuti agroalimentari, rurali e della pesca per la produzione di bioplastiche e biocompositi. Ciò evita il costo dello smaltimento, permettendo la riduzione drastica dei costi, fatto cruciale per il decollo del settore e riduce l’inquinamento ambientale. Tale strategia inoltre evita l’assunzione di risorse commestibili come materiale di partenza per materiali innovativi.

L’esperienza di alternanza scuola lavoro all’interno del progetto Enabling ha visto un momento di presentazione delle attività della Chimica dei Materiali del Montani ai partners europei. Ciò ha permesso lo scambio e la diffusione delle migliori pratiche a livello europeo. E’ quindi tornato in scena il “Metodo Montani”: da sempre infatti l’Istituto si presta all’ascolto delle domande di innovazione poste dal territorio, riflette sulle migliori soluzioni, utilizza la pratica laboratoriale per testare l’efficacia delle soluzioni ipotizzate e condivide i risultati con la comunità allargata (in questo caso a livello europeo) in cui opera.

La delegazione del Montani porta a casa la certezza che la chimica sia sempre di più una risorsa per l’ambiente, e che non ci sia sostenibilità senza competenze chimiche avanzate.

 


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