MONTEGIORGIO – Continua ad essere tragicamente precaria la situazione relativa agli impianti sportivi di Montegiorgio, con la società rossoblu costretta ad affrontare mille peripezie e a sostenere costi aggiuntivi per trovare gli impianti idonei e soprattutto liberi di ospitare gli allenamenti e le gare, tanto della Prima squadra che della Juniores Nazionale.
A sottolinearlo ancora una volta è il direttore sportivo Zeno Cesetti (foto), che conferma come il doppio impegno del fine settimana, sulla carta casalingo, si svolgerà in realtà interamente fuori da Montegiorgio: “La situazione è di estrema difficoltà, visto che ora si aggiunge anche la sosta forzata del Tamburrini in fase di risemina e quindi indisponibile per molto tempo. Durante la settimana in corso, la Prima squadra si sta allenando in tre campi sportivi differenti: Montappone nei giorni appena trascorsi, mercoledì a Monte San Giusto, dove ci hanno imposto l’orario limite delle 12.30, e venerdì a Piane di Montegiorgio. Senza dimenticare che domenica affronteremo la Sangiustese in “casa nostra”, si fa per dire…, ovvero al Comunale di Monte San Giusto”.
“E’ una situazione insostenibile che credo nessuna squadra di Serie D ricordi nella sua storia. Stessa sorte anche per la Juniores Nazionale che si trova ad allenarsi in strutture diverse e che mercoledì farà l’allenamento di rifinitura a Piane di Montegiorgio nel piccolo campo parrocchiale dietro la Chiesa di San Paolo. Sabato poi, causa la concomitanza con la partita del Piane di Montegiorgio, è impossibile l’utilizzo dell’Attorri e dunque, per poter disputare la nostra gara, in extremis è stata trovata la soluzione del Comunale di Montappone – prosegue il diesse -. Difficilissimo fare la quarta serie nazionale con queste problematiche, oltre ad altre mille di natura organizzativa, tecnica e sportiva. Siamo sempre in attesa di ricevere buone notizie relative ai lavori del Tamburrini: secondo le ultime voci, un possibile utilizzo sarebbe previsto per i primi mesi del 2019! Per questo torno a denunciare una situazione non più sostenibile, date le notevolissime spese extra per l’affitto degli impianti da gioco e le tante situazioni logistiche estreme, come lo spostamento del materiale tecnico con furgoncini e molto altro. Ci sentiamo abbandonati, anzi: abbiamo la netta sensazione che non ci sia un’effettiva volontà di risolvere concretamente i nostri problemi”.
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