Domenico Mori riceve il premio a Londra
di Paolo Bartolomei
Esposizione di piastrelle “Venezia”
FERMO – L’importante riconoscimento riguarda la creazione della piastrella “Venezia“ disegnata dall’artista sudamericano David Lopez Quincoces e prodotta da Domenico Mori. Le linee geometriche e sinuose di questi elementi ceramici, uniti all’effetto ottico, danno vita ad una composizione di particolare fascino, progettata in primis dallo Studio Quincoces-Drago & Partners per una parete del ristorate milanese Sixième Bistrot.
L’autorevole premio “Restaurant and bar product design award“, nato dieci anni fa, è una competizione di livello internazionale la cui giuria è formata da importanti professionisti del mondo del design.
Il giovane Domenico (ha da poco superato i 40 anni) è corso di persona a Londra quando gli è stato notificato che era tra i primi dieci concorrenti su centinaia di partecipanti, traguardo che avrebbe rappresentato già una grande successo anche senza arrivare primo, visto il prestigio della competizione.
“Al momento della proclamazione del vincitore, ci mancava poco che svenisse” racconta con soddisfazione il padre Cesare che, lungi dall’andare in pensione, dal quartier generale di Porto San Giorgio coordina l’attività internazionale della Diemme assieme alla moglie, trasmettendo tutta l’esperienza dei suoi avi.
Un punto di ristoro a Miami (Florida) rivestito con piastrelle “Venezia”
Per l’azienda Domenico Mori questo premio è una sicura conferma della capacità produttiva imprenditoriale ed un ulteriore passo verso significativi traguardi e nuovi progetti.
BREVE STORIA DELL’IMPRESA
La Diemme Domenico Mori è la più antica impresa fermana oggi attiva ed è l’unica ancora esistente tra le tante che nacquero a Fermo due secoli fa all’epoca della prima industrializzazione.
Le origini risalgono a metà Ottocento nella zona della media val d’Ete di Fermo, chiamata ancora oggi “Caldarette” per lo strumento principale utilizzato per la coltivazione dei bachi da seta, attività all’epoca molto diffusa.
Uno scorcio del punto esposizione e vendita di Porto San Giorgio. In basso altre immagini.
Per suddetta coltivazione ad un certo punto risultava necessaria la costruzione di piccole casupole in muratura, da ciò è nata la fabbrica di laterizi della famiglia Mori, che agli inizi del Novecento, grazie a Domenico Mori, diventa una grande fornace di mattoni, che ad un certo punto acquisisce anche l’antica fornace Ferracuti sita in zona S.Martino di Fermo.
Negli anni ’60 del Novecento il figlio di Domenico, Baldassarre (conosciuto da tutti come Sasà) ingrandisce l’industria con notevoli investimenti, puntando sulle ceramiche di pregio, rigorosamente fatte a mano. I capannoni in zona Caldarette Ete raddoppiano e la “fornace di Mori” diventa la più grande industria di Fermo assieme alla conceria Sacomar e allo Zuccherificio Sadam.
Anche dopo la sfortunata cessazione della fornace nei primi anni ’70, la produzione di rivestimenti di alta qualità prosegue grazie al figlio di Sasà, Cesare, e oggi al nipote Domenico.
Da padre in figlio, da nonno a nipote e pronipote, l’arte dell’impastare a mano si tramanda senza soluzione di continuità, oggi come cento anni fa, e adesso la Diemme Domenico Mori esporta in tutto il mondo, ha oltre 130 punti vendita in tutti i cinque i continenti e ha una clientela internazionale di primissimo piano. Il quartier generale e punto vendita principale si trova a Porto S. Giorgio.
Il bisnonno di Domenico fu negli anni ’20 tra i sostenitori delle prime società di calcio a Fermo mentre il nonno Sasà è stato tra i principali finanziatori e spesso presidente della Fermana Calcio dal dopoguerra fino al 1970.
Ne parla anche Il Sole 24 ore
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