Diritti umani, democrazia e Islam:
lo scrittore libico Farid Adly
chiude “Narrazioni&Migrazioni”

FERMO - Per quest’ultimo appuntamento la sede della Croce Verde di Fermo ospiterà dalle ore 17 l'incontro, presentato dalla professoressa Michela Meschini dell’Università di Macerata

Si conclude sabato 17 novembre la rassegna di letteratura migrante “Narrazioni&Migrazioni”, curata dalla Coop. Soc. Nuova Ricerca Agenzia Res e dal Cvm Comunità Volontari per il Mondo. Otto incontri, iniziati nel marzo scorso, che si sono svolti nei Comuni titolari di Progetti Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, e cioè Fermo, Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio, Sant’Elpidio a Mare, Monte Urano e Grottammare.

Per quest’ultimo appuntamento la sede della Croce Verde di Fermo ospiterà dalle ore 17 lo scrittore e giornalista libico Farid Adly, presentato dalla professoressa Michela Meschini dell’Università di Macerata.

Da sempre attivista per i diritti umani e per l’affermazione della democrazia Farid Adly è direttore dell’Agenzia di stampa Anbamed notizie dal Mediterraneo, collabora con il Corriere della Sera, Il Manifesto, Radio Popolare e vari altri organi di informazione.

E’ autore di racconti , saggi e poesie in italiano e in arabo. Nel 2011 è co-autore di Nuove Lettere Persiane (Ediesse) e pubblica l’anno seguente La Rivoluzione Libica, dall’insurrezione di Bengasi alla morte di Gheddafi (Il Saggiatore), una ricostruzione delle recenti vicende socio-politiche del Paese che mescola cronaca e memoria storica e si propone di produrre un controcanto ai luoghi comuni e alle mistificazioni operate dalla stampa straniera nei terribili giorni della guerra. Nel 2015 cura il catalogo Artisti per Gaza, in riferimento ad una mostra a cui hanno partecipato artisti come Dario Fo e vignettisti come Staino e Vauro. Nel 2017 la sua opera Capire il Corano (Tam), dove analizza con un approccio laico il testo sacro islamico e temi come i rapporti tra l’Islam e le altre fedi, le donne, la jihad, scrivendo , come afferma, “non per gli specialisti ma per chiunque abbia vicini di casa, colleghi o amici provenienti da Paesi arabi o islamici e la curiosità di voler capire l’attualità”.


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