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Rogo fatale, il ricordo di Rina ed Emanuele: «Dormivano sempre insieme, mano nella mano»

DRAMMA A SARNANO - Le testimonianze di chi conosceva la mamma e il figlio morti a causa dell'incendio divampato nella loro abitazione. Il padre, Franco Piersanti, è sotto choc. La città è sconvolta per un'altra tragedia ad una settimana dalla morte di Giulio Carducci

 

L’abitazione in contrada Case Rosse a Sarnano

 

di Marco Cencioni

«Era una famiglia unita, si volevano bene. Rina ed Emanuele dormivano sempre insieme, mano nella mano. Franco è sotto choc, glielo abbiamo detto poco fa che suo figlio e sua moglie non ce l’hanno fatta». Sono queste le parole della cognata di Franco Piersanti mentre attende al pronto soccorso di Macerata, in tarda mattinata. Lui, 68 anni, è l’unico superstite di una notte maledetta.

Rina Funari

Di una tragedia che si è consumata nell’abitazione di contrada Case Rosse a Sarnano, intorno all’una. Quando l’uomo, che a causa di una gamba amputata riposava su una carrozzina, stava dormendo in un’altra stanza rispetto a quella dove dormivano la moglie e il figlio e si accorto di ciò che stava accendendo: casa invasa da fumo e fiamme. Forse a causa di un tizzone del camino lasciato acceso, o forse per via di alcuni ceri votivi, il divano ha preso fuoco. Una terribile fatalità che ha fatto divampare l’incendio. L’uomo ha chiamato i soccorsi, i militari di San Ginesio sono riusciti a salvarlo: «Grazie ai carabinieri, sono stati eroici», dice commossa la cognata di Piersanti. Purtroppo per Rina Funari, casalinga di 64 anni, ed Emanuele Piersanti, 38, non c’è stato nulla da fare. “Andate a prendere loro” avrebbe urlato ai militari dopo che l’hanno salvato. Parole che non sorprendono, per chi ha la fortuna di conoscerlo. Franco è un uomo di quelli di una volta. Di quelli che lavorano fin quando possono, che non si abbattono mai di fronte alle difficoltà della vita. Famiglia, lavoro, come operaio in una ditta che produce materiale edile, l’amore per la campagna e quella vespa azzurra che ha sempre usato per andare a Sarnano. E poi la passione per il ballo che condivideva con la sua Rina, con la quale ballava ancora grazie ad una protesi nuova. Passione che aveva anche Emanuele che li accompagnava nelle serate trascorse a ballare il liscio. Una donna «umile, rispettosa e molto timida – la ricorda l’amica Lina – Buona ed umana. Lei viveva per il figlio che era favoloso: Emanuele non parlava ma capiva tutto».

Emanuele Piersanti

Una città che è rimasta sconvolta e attonita di fronte a quanto accaduto, davanti ad «un’altra tragedia a soli sette giorni di distanza dalla morte di Giulio Carducci nel terribile incidente avvenuto a Pian di Pieca (leggi l’articolo, ndr). Due domeniche maledette per la nostra comunità, due lutti troppo grandi e così drammatici, che ci mettono a dura prova – dice il sindaco di Sarnano, Franco Ceregioli -. Cercheremo di essere vicini alle famiglie che vivono sulla loro pelle questo dramma. Non avendo possibilità di rientrare a casa (l’abitazione di contrada Case Rosse è stata posta sotto sequestro, ndr) abbiamo deciso, di comune accordo con i familiari, di ospitare provvisoriamente Franco nella casa di riposo». A ricordare Emanuele e Rina è Patrizia Batassa, una delle educatrici del centro diurno dell’Unione montana dei Monti Azzurri che il 38enne frequentava fino ad un anno fa, quando entrambi i genitori hanno avuto problemi di salute. «Non l’ho mai visto arrabbiato, Emanuele era la persona più solare che abbia conosciuto. Come tutti i ragazzi con cui abbiamo a che fare dava tanto e capiva tutto. Adorava viaggiare con il pulmino e partecipare alle attività come la pet therapy e i laboratori di cucina. Ultimamente non frequentava più il centro, si sentiva la mancanza di allegria e di quella sua risata fragorosa. Rina era una donna sempre disponibile, tranquilla e serena. Riservata e sempre attenta alle esigenze del figlio, partecipava alle iniziative che organizzavamo. E’ una tragedia che ci ha sconvolto e toccato nel profondo». «La loro era una famiglia affettuosa a cui era impossibile non stare vicino – dice Giuseppe Monaldi, consigliere regionale Anffas Marche – Ci stringeremo attorno a Franco per cercare di aiutarlo e speriamo che tutta la comunità ci supporti».

 

Incendio in una casa: muoiono madre e figlio

 


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